Spara ai gatti della vicina e infilza i corpi con un forcone per disfarsene.

maltrattamento animali




Il fatto è accaduto in un Comune della provincia di Padova, precisamente a Campo San Martino, dove un uomo ha inforcato il suo fucile e ha fatto fuoco contro due gatti di proprietà di una vicina di casa.

Successivamente, per disfarsi dei corpi dei due poveri gatti, afferra un forcone, li infilza e li lancia in un campo nei pressi della abitazione.

E’ stata la vicina stessa, dopo aver udito il rumore degli spari, a chiamare i Carabinieri.

Nel tardo pomeriggio dello scorso 07 Dicembre la donna si trovava in casa e, dopo aver sentito gli spari, è uscita rendendosi conto che a terra, privo di vita, c’era il suo micetto. A pochi metri di distanza, la residente ha sorpreso il denunciato prelevare con un forcone la carcassa di un secondo gatto morto.

Dopo aver assassinato gli animali, l’ uomo, un 61enne residente a Busiago di Campo San Martino, si è allontanato in direzione dei campi, ma i carabinieri lo hanno raggiunto nella sua villetta e denunciato per maltrattamenti sugli animali, il che costituisce ora un   reato penale.

Nel garage della abitazione i militari del Norm di Cittadella hanno rinvenuto un fucile semiautomatico Franchi, regolarmente denunciato, con odore di polvere da sparo per il colpo da poco esploso e una cartuccia nel serbatoio. L’arma è stata sequestrata.

Quello che rimane ancora da chiarire è il movente che ha spinto l’ uomo a compiere un gesto tanto crudele, spero non si sia trattato di un macabro gioco di tiro a segno, anche se ciò non  mi stupirebbe più di tanto!

Quando Micio non riesce a fare la pipì…

sindrome urologica felina

La Sindrome Urologica Felina (FUS) è un disordine del sistema urinario del gatto causato dalla deposizione di cristalli minerali all’ interno delle vie urinarie, che si manifesta con un gruppo di sintomi, tra i quali:

  • cistite, ossia una infiammazione della parete interna della vescica, con, talvolta, accumulo di sangue e detriti cellulari. Il gatto prova dolore durante la minzione, emette dei miagolii e la sua urina assume un colore ed un odore anomali. Se sopraggiunge una infezione batterica compare anche la febbre.
  • urolitiasi o ostruzione uretrale, dovuta ad agglomerati di depositi minerali che formano i  cosiddetti calcoli urinari, chiamati renella, se di dimensioni microscopiche, o uroliti, se di grosse dimensioni. Questa ostruzione impedisce al gatto di svuotare completamente la vescica e provoca un dolore spesso insopportabile, tanto che è possibile osservare Micio soffiare alla lettiera, ritenendola responsabile del dolore.
  • sindrome uremica, che è lo stadio successivo della patologia, caratterizzata da alterazione dei valori di azotemia e creatinina a livelli incompatibili con la sopravvivenza. Il rene non riesce più a filtrare le scorie prodotte dall’ organismo, che, quindi, si accumulano nel sangue. I segni clinici son rappresentati da vomito, debolezza, depressione, anuria (assenza di urinazione) e, se non trattati repentinamente, evolvono nel coma e nella morte dell’ animale.

La FUS è più comune negli individui maschi castrati, in sovrappeso e che conducono una vita sedentaria.

La causa principale sembra risiedere nel consumo di cibi ad alto contenuto di magnesio, in particolare in alcuni cibi secchi.

Nelle femmine i cristalli causano generalmente una irritazione cronica della vescica, con conseguenti cistiti recidivanti, che possono essere trattate con antibiotici e con una alimentazione specifica, in grado di prevenire la formazione di ossalati e struvite.

L’ ostruzione delle vie urinarie è una emergenza veterinaria che richiede un trattamento immediato.

Il trattamento consisterà in un primo momento nella introduzione di un catetere urinario per favorire lo svuotamento della vescica e la fuoriuscita dell’ urina.

Il gatto verrà sottoposto a fluido-terapia (flebo) per ripristinare la corretta idratazione e per “pulire” il sangue dai depositi che i reni non sono stati in grado di filtrare.

In un secondo momento il Veterinario dovrà individuare, tramite diverse procedure diagnostiche,  la posizione e le dimensioni dei calcoli e, in base a ciò, stabilire il tipo di intervento da praticare.

I principali fattori di rischio sono rappresentati dall’ età, dall’ obesità, dal sesso e dalla razza del gatto. Come già detto, i gatti adulti o anziani, maschi sono più soggetti a sviluppare la sindrome urologica felina.

Tra le razze più a rischio vi sono sicuramente il Burmese, il Persiano, e l’ Himalayano.

Altro fattore di rischio è rappresentato dalla scarsa assunzione di acqua, tipica dei gatti e la conseguente minzione poco frequente. Per ovviare a questo problema è sufficiente adottare alcuni semplici ACCORGIMENTI.

A volte la FUS può essere anche conseguenza di patologie gravi concomitanti come, ad esempio, il diabete, le malattie epatiche o alcune infezioni batteriche.

Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato da eventuali difetti anatomici, che possono facilitare il depositarsi di minerali o la ritenzione di urina: i gatti maschi hanno, ad esempio, una uretra molto più sottile delle femmine, e possono, talvolta, presentare delle stenosi fisiologiche che rendono difficile il passaggio dell’ urina e, ancor di più, di eventuali calcoli.

Se il vostro gatto dovesse avere uno più di questi fattori di rischio o si mostrasse particolarmente mogio o dolorante, dovreste iniziare a monitorare le sue urine, sostituendo la sua sabbietta abituale con della carta bianca, in modo da scorgere la presenza di sangue o di renella.

E’ comunque consigliabile l’ utilizzo di alimenti per la prevenzione di questa patologia: ce ne sono diversi in commercio!



GATTI

La castrazione del gatto maschio a titolo preventivo e non solo.

sterilizzazione gatto

E’ idea diffusa tra i proprietari di animali che la sterilizzazione sia un intervento “contro natura”, paragonando la castrazione del gatto a quella dell’ uomo.

Tale argomento richiama la componente etica del rapporto uomo-animale, dove il primo si domanda spesso se con la sterilizzazione vengano violati i diritti dell’ animale.

In realtà, la risposta è no, e questo non lo dico io, ma una moltitudine di esperti e medici del settore: non a caso anche tutte le Associazioni animaliste e per la difesa degli animali, sostengono da anni tutte le campagne a favore di questo intervento, sia al fine di limitare il randagismo di cani e gatti, che al fine di proteggerne lo stato di salute.

Sia cani che gatti, come tutti gli altri animali, del resto, hanno un modo totalmente diverso dal nostro di vivere la sessualità, che consiste per essi nel mezzo attraverso cui riprodursi ed adoperarsi per il mantenimento della specie.

Non ci sono altri coinvolgimenti di qualsivoglia natura, e questo lo dimostra il fatto che mamma gatta (o mamma cagna), inizia a considerare la propria prole alla stessa stregua di un qualsiasi altro animale, già dopo le prime settimane di vita: nessun istinto di maternità, dunque.

Stesso discorso vale per il sesso maschile, che si dirige in cerca di una femmina solo nel momento in cui ne percepisce lo stato di calore.

Se proprio dobbiamo dirla tutta, è il proprietario di un gatto “intero” che si trova costretto ad assumere un comportamento “contro natura” quando il proprio animale scalpita per l ‘ accoppiamento: iniziano così tutta una serie di ingegnosi accorgimenti per evitare che il gatto tenti di darsi alla fuga, o ancora peggio, per dividere gatti di sesso opposto che vivono sotto lo stesso tetto.

La sterilizzazione è in grado di risolvere facilmente questi problemi, perché, eliminando gli stimoli ormonali, tranquillizza l’ animale modificandone il comportamento.

Per di più, in svariati casi ne può allungare e migliorare di molto la vita, perché lo preserva da eventuali malattie che possono insorgere in età avanzata.

Quindi, sempre che non si abbia intenzione di far riprodurre Micio, la castrazione è sempre consigliata per almeno quattro validi motivi.

Innanzitutto riduce l’ aggressività del gatto nei confronti di altri gatti o altri animali conviventi, limitando così anche spiacevoli infortuni.

Durante il periodo del calore delle femmine, un gatto, nel pieno delle proprie facoltà riproduttive, emette miagolii continui ed intensi e cerca di marcare più territorio gli sia possibile, lasciando un odore che non è proprio gradevole all’ olfatto umano. Una volta castrato non avrà più questo comportamento.

Inoltre la castrazione limita notevolmente il comportamento “randagio” del gatto che tende ad allontanarsi da casa e ad intraprendere liti a suon di morsi e graffi con altri gatti, con tutti i rischi annessi e connessi (investimento automobilistico o contagio di malattie diffuse tra i gatti randagi come la FIV).

Ultimo aspetto, ma non in ordine di importanza, quello riguardante la prevenzione della nascita di cuccioli indesiderati, che andrebbero ad alimentare il fenomeno del randagismo.

Se consideriamo, alla luce di questi validissimi motivi, anche il fatto che non si tratta di un intervento traumatico per l’ animale e che consiste di pochissimi giorni di convalescenza, non vi sono controindicazioni alla castrazione di un gatto.

Ogni età del gatto può esser adatta per effettuare l’ intervento: la cosa migliore è quella di intervenire prima dell’ età adulta, a partire, nel gatto maschio, già dalle otto settimane di vita.

I gatti castrati prima del raggiungimento della pubertà (all’ età di circa sei mesi) non sviluppano le caratteristiche somatiche proprie dei gatti interi (testa grande, collo spesso, emissione di urina dall’ odore forte).

L’ intervento consiste nell’ asportazione totale dei testicoli e viene effettuato in anestesia generale, ma il gatto è già in grado di camminare saldamente con le proprie zampe nell’ arco di poche ore dal risveglio.

Nei primissimi giorni che seguono la castrazione è consigliabile sostituire la sabbietta abituale utilizzata per la lettiera con delle striscioline di carta di giornale, per evitare che materiali estranei si insinuino nella ferita, provocando infezioni.

Per il resto è sufficiente un controllo quotidiano dello scroto per rilevare eventuali infiammazioni e la limitazione della libertà del gatto di vagabondare in giro per almeno una settimana.

La castrazione del gatto in età avanzata deve essere valutata dal Veterinario in base al suo stato di salute e, comunque, non assicura la perdita degli aspetti comportamentali mascolini (spruzzi di urina o aggressività).

Occorre però sfatare qualche luogo comune per convincere anche gli scettici più ostinati.

Viene, infatti, spesso affermato che gli animali sterilizzati abbiano la tendenza a diventare obesi.

Questo non è assolutamente vero, lo è, invece, il fatto che i gatti sterilizzati necessitino di meno cibo perché il loro metabolismo è ridotto.

Basterà somministrare a Micio una quantità di cibo adeguata o un alimento dietetico, reperibile facilmente nei negozi specializzati, per eliminare il problema alla base.

Insomma, sono convinta del fatto che  sterilizzare il proprio gatto, sia esso maschio o femmina,  rappresenti un atto di amore nei suoi confronti.


GATTI

L’ importanza dell’ acqua per la salute del gatto domestico.

gatto che beve fontanella

Il gatto è un felino, un animale che nella sua storia evolutiva remota si è adattato agli ambienti desertici nei quali viveva e proliferava con successo, ben prima che si instaurasse il suo rapporto con l’ uomo e il conseguente processo di domesticazione.

Ovviamente questo ha fatto sì che il gatto si sia adattato nel corso del tempo a bere poco, per superare le avversità ambientali.

La concentrazione di urea nelle urine del gatto è 3 volte superiore a quella umana ed i felini hanno, in genere, una sudorazione estremamente ridotta ed una evaporazione a livello polmonare quasi assente.

Grazie a questi meccanismi un leone è in grado di vivere senza acqua anche per 10 giorni.

Ma la vita di un gatto domestico e molto più lunga di quella del leone.

Quindi se vogliamo che il nostro micio abbia una vita lunga e sana dobbiamo aiutarlo a non incorrere nei problemi urinari e renali che spesso si sviluppano negli anni a causa di questa loro caratteristica genetica.

Per fare ciò occorre innanzitutto ricordare che l’ acqua non viene introdotta esclusivamente in modo diretto nell’ organismo, bensì anche indirettamente attraverso i cibi stessi.

Sia la pratica dieta a base di cibi umidi in scatola, che la dieta casalinga a base di pesce, trippe e carni cotte forniscono già la gran parte dell’ acqua di cui il gatto necessita.

Per questo motivo generalmente non è necessario preoccuparsi eccessivamente se il gatto beve  poco, eccezione fatta per i repentini cambi di abitudini che potrebbero essere sintomatici di una qualche patologia.

E’ però sempre importante lasciare a disposizione del nostro micio una bella ciotola di acqua fresca.

Particolare attenzione va posta nelle alimentazioni basate su cibi secchi, i cosiddetti croccantini, perché sono, come la parola stessa suggerisce, privati della loro componente acquea e quindi non forniscono alcun apporto in tal senso.

Per stimolare il proprio gatto a bere un po’ di più è possibile seguire alcuni semplici e pratici consigli:

  • Aumentare il numero di ciotole di acqua, utilizzando forme e dimensioni diverse: posizionatele in giro per la casa in posti inusuali e la curiosità insita del gatto lo spingerà a bere da fonti diverse dalla solita ciotola.
  • Molti gatti preferiscono l’ acqua corrente, quindi provate ad aprire un rubinetto per vedere se è il suo caso, ed eventualmente comperate in un negozio per animali delle fontanelle che ricircolano l’ acqua costantemente.
  • Provate con tipi di acqua diversa (anche minerale) o aggiungete nella ciotola un poco di liquido delle scatolette di tonno al naturale.
  • Alcuni gatti non tollerano il gusto del cloro, quindi fate decantare per 24 ore l’ acqua per permetterne l’ evaporazione.
  • Ricordate sempre che l’ acqua fresca è più gradita ai gatti, quindi cercate di cambiarla il più spesso possibile.

Anche i gatti sani o con lievi alterazioni al sistema urinario trarranno beneficio dal bere un quantitativo di acqua maggiore.


GATTI

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