Pulci e zecche nel gatto, come trattarle e come prevenirle.

pulci e zecche gatto

Tra i parassiti esterni che colpiscono il gatto, pulci e zecche sono forse i più fastidiosi, anche se più facilmente curabili, rispetto ad altri, come ad esempio funghi o acari della rogna.

La pulce si nutre del sangue del suo ospite e si riproduce velocemente: una femmina può deporre ogni giorno fino a 50 uova, le quali si disperdono nell’ ambiente e si schiudono dopo una decina di giorni, generando larve trasparenti di circa 2 millimetri.

Le larve si annidano in luoghi riparati dalla luce diretta (tappeti, moquette, divani) e in breve tempo si rivestono di un bozzolo che permette loro di sopravvivere anche per un anno.

In presenza di un organismo a sangue caldo escono dal bozzolo e vi saltano sopra per nutrirsi e riprendere il ciclo riproduttivo.

Sul gatto le pulci si individuano per la presenza tra il pelo di granellini scuri.

Se l’ animale subisce una grave infestazione mostrerà la tendenza a grattarsi furiosamente: la saliva di questo parassita può causare gravi dermatiti allergiche.

Inoltre la pulce è responsabile della trasmissione di un tipo particolare di tenia.

La miglior cura è sempre la prevenzione.

In commercio esistono vari prodotti antipulci per uso esterno sotto forma di collari, shampoo, polveri, spray e fialette spot-on, ma è possibile somministrare al gatto anche un farmaco per via orale che inibisce lo sviluppo delle pulci.

Tra i prodotti ad uso esterno occorre tenere presente che i collari potrebbero rovinare il mantello  intorno al collo e, se non sono elastici, potrebbero essere pericolosi per quei gatti che escono fuori casa, per il rischio di impigliarsi  e rimanere strangolati.

Spray e shampoo sono generalmente mal tollerati dai felini.

I prodotti in polvere e le fialette spot-on risultano essere, alla fine, la miglior soluzione.

Può capitare a volte che le pulci diventino resistenti ad alcuni principi attivi degli antiparassitari e quindi è preferibile variare spesso il prodotto utilizzato.

Ci sono alcuni spot-on che garantiscono una protezione anche per la casa e per gli ambienti abitualmente frequentati dal gatto, però è sempre meglio disinfestare comunque divani, poltrone e tappeti.

Le zecche colpiscono raramente i gatti, se non quelli che vivono in campagna, a contatto con cani e altri animali da cortile.

Questi parassiti vivono succhiando il sangue del loro ospite e, dopo il pasto, si gonfiano raggiungendo in poco tempo dimensioni notevoli, tanto che spesso vengono scambiate dai proprietari per cistitumori cutanei.

E’ molto importante rimuoverle con particolare cautela perché possono rompersi liberando il sangue che contengono, potenzialmente infetto.

A tale scopo si può utilizzare una pinzetta o un apposito arnese di plastica che si trova nei negozi per animali, facendo attenzione ad estrarre anche il rostro boccale inserito nella cute, che, se non rimosso, potrebbe provocare un piccolo granuloma.


GATTI

Anche i nostri animali, ahinoi, si fanno vecchietti…

la vecchiaia in cani e gatti

Anche se per noi sono degli eterni cuccioli,  i nostri animali, alcuni prima, altri dopo, invecchiano e generalmente lo fanno cercando in ogni modo di non farcelo pesare eccessivamente.

Cani e gatti sono considerati anziani dopo 8-11 anni di età.

I gatti ed i cani di piccola taglia tendono ad invecchiare più lentamente e vivono più a lungo dei cani di grandi dimensioni.

In realtà la durata della vita dipende da molti fattoti: il patrimonio genetico, le buone cure (vaccinazioni, sterilizzazione, trattamenti antiparassitari), il trattamento tempestivo delle malattie, un’ ottima dieta ed un ambiente salubre.

La domanda che ci si pone  più frequentemente è, dunque, come sia possibile capire se il nostro animale sia entrato o meno nella fase geriatrica della sua vita.

Uno dei segni più comuni di vecchiaia è, oltre alla ovvia comparsa dei peli bianchi che, però, è evidente solo su alcuni mantelli, il rallentamento generale dell’ attività.età di cani e gatti185

Il cane ci mette di più ad alzarsi da una posizione sdraiata, fatica a salire le scale, ed inizia ad avere problemi di vista e di udito.

Il gatto può far fatica a saltare sul letto o sul divano e tende a dormire di più.

Anche i cambiamenti comportamentali spesso hanno origine da una malattia o da una degenerazione: il cane anziano può mostrare ansia da separazione, sensibilità ai rumori, lamenti eccessivi, aggressività insolita, disorientamento.

Può capitare inoltre che inizi ad abbaiare senza motivo, a sporcare in casa o a girare in circolo.

Se il gatto anziano mostra nervosismo, ipereccitabilità, fame eccessiva potrebbe trattarsi di un disturbo della tiroide, facilmente confondibile con i sintomi dell’ invecchiamento.

L’ importante è portare il cane o il gatto dal veterinario in presenza di qualsiasi cambiamento nelle abitudini o nel carattere, per escludere che quello che si potrebbe facilmente attribuire alla vecchiaia, non sia invece l’ effetto di una patologia in atto.

Al giorno d’ oggi esistono molti farmaci che possono aiutare gli animali anziani a mantenere una buona qualità di vita, che aiutano l’ attività cerebrale, alleviano i dolori articolari e migliorano la funzionalità cardiaca e renale.

Con queste 7 piccole regole è possibile affrontare nel migliore dei modi questa delicata fase della vita di Fido o Micio e fare in modo che la sua qualità di vita si mantenga alta per il maggior tempo possibile:

  1. effettuare una visita di controllo ogni sei mesi, anche in assenza di problemi particolari. Fare delle analisi del sangue e delle urine è il miglior modo per prevenire le malattie.
  2. fornire alimenti della miglior qualità possibile: una buona alimentazione, un integratore o una dieta specifica possono aiutare l’ animale a risolvere, senza farmaci, alcune patologie, come problemi articolari, urinari o renali.
  3. evitare l’ obesità perché essa riduce di 2 anni le sue aspettative di vita, rispetto ad un animale in linea.
  4. mantenere una costante attività fisica per il cane e stimolare il gatto a giocare con voi.
  5. curare i denti: la gengivite cronica e le infezioni della bocca che entrano in circolo danneggiano cuore e reni: i cani di piccola taglia sono maggiormente soggetti a problemi dentali.
  6. prendersi cura del mantello: un pelo secco, opaco , che cade è sintomo di cattiva salute; un gatto che non si pulisce il mantello, probabilmente non sta bene.
  7. osservare attentamente l’ animale per cogliere tempestivamente cambiamenti di comportamento ed eventuali sintomi di malattia, al fine di intervenire precocemente.

I principali campanelli di allarme che dovrebbero  spingerci a richiedere l’ intervento di un veterinario sono:

  • una improvvisa perdita di peso o una forte diminuzione dell’ appetito
  • un aumento dell’ appetito senza aumento di peso, che potrebbe indicare la presenza di diabete
  • un aumento eccessivo della fame, con richiesta di cibo continua, associato spesso a tremori
  • diarrea o vomito, se si protraggono nel tempo
  • un aumento della sete o della urinazione: in questo caso riempite la ciotola dell’ acqua con una bottiglia di plastica per misurare in modo esatto la quantità di acqua assunta e prendete nota del numero delle volte in cui l’ animale si reca ad urinare. Se un cane vi chiede di uscire nel cuore della notte per fare pipì sicuramente ha un problema.
  • un eccessivo tossire od ansimare potrebbe nascondere una malattia del cuore.
  • la comparsa di noduli o masse che potebbe indicare la presenza di un tumore, molto frequente, purtroppo, negli animali anziani. Nelle gatte e nelle cagne è molto importante controllare spesso le linee mammarie.

Nel caso in cui il Veterinario riscontrasse nel cane o nel gatto un problema di salute non resta che curarlo nel migliore dei modi, per accompagnarlo dolcemente verso la fine del suo cammino, restituendogli, in questo periodo, tutto quello che lui ci ha dato durante il corso della sua breve, ma intensa vita.


CANI

Le principali Zoonosi gatto-uomo: una convivenza a basso rischio!

malattie zoonosi gattoTutti sanno che la convivenza con un animale ci potrebbe esporre a qualche rischio per la salute, che, però, è facilmente minimizzabile adottando le adeguate misure igienico-sanitarie.

Le Zoonosi, ossia quelle malattie trasmissibili dagli animali all’ uomo, sono circa duecento, ma di queste ben poche interessano gli animali da compagnia e ancora meno il gatto.

E’ d’ obbligo, poi, fare un distinguo tra contaminazione e malattia vera e propria: chiunque può, infatti, venire a contatto con determinati germi, ma solo raramente manifesta la malattia.

Tra le malattie batteriche le più importanti sono la Salmonellosi, la Campilobatteriosi e la malattia da “graffio di gatto“; tra quelle virali la rabbia è sicuramente quella più preoccupante e tra quelle parassitarie, vi sono alcuni vermi e alcuni funghi, nonché alcuni protozoi come la Toxoplasmosi.

Discorso a parte merita la Tubercolosi che rappresenta invece una zoonosi inversa, che si trasmette cioè dall’ uomo all’ animale, tanto che il gatto spesso diviene la spia sanitaria della malattia del suo padrone.

La Salmonellosi è una malattia batterica che provoca grave gastroenterite tanto nell’ uomo quanto negli animali, gatti compresi.

L’ infezione avviene tramite ingestione di acqua e alimenti crudi contaminati da feci infette.

I gatti malati, se non opportunemente curati, una volta superata la fase acuta, potrebbero divenire portatori sani e continuare ad emettere feci contaminate.

Allo stesso modo, anche la Campilobatteriosi provoca gastroenterite comune al gatto, al cane e all’ uomo, ma non è ancora accertato il fatto se costituisca o meno una zoonosi.

L’ agente causale della malattia “da graffio” di gatto è ancora poco conosciuto. E’ possibile che siano più agenti e che il gatto sia solo un tramite per la loro inoculazione.

Infatti la trasmissione di questa malattia non è imputabile solamente al gatto, bensì anche a ferite da spine o da piante in genere.

Si manifesta con un aumento di volume dei linfonodi regionali della zona colpita dal graffio, con febbre e, a volte, suppurazione (formazione di pus).

Si tratta, comunque, di una forma benigna che si risolve il più delle volte spontaneamente o con una terapia antibiotica.

La rabbia è una malattia virale che colpisce tutti i mammiferi e può essere trasmessa all’ uomo solo tramite il morso di un animale infetto.

Il rischio reale esiste solamente in quelle zone dove la malattia è presente e dove, del resto, l’ Autorità Sanitaria predispone la vaccinazione obbligatoria per tutti gli animali.

Le micosi cutanee vengono trasmesse soprattutto dai gattini randagi e malnutriti, o dai gatti provenienti da allevamenti o negozi poco controllati.

I più a rischio di contagio sono i bambini, nei quali la malattia si manifesta con una lesione classica circolare o a mezza luna (di diametro 1-2-cm) che apapre molto arrossata ai bordi ed ha la tendenza ad allargarsi rapidamente, se non trattata. Se colpisce il cuoio capelluto provoca la caduta dei capelli nel puto in cui si sviluppa.

Tra le endoparassitosi trasmissibili all’ uomo vi sono la tenia cocumerina, l’ echinococcosi e gli ascaridi.

Nel primo caso si tratta di un parassita trasmesso dalle pulci che infesta il gatto molto spesso, ma che difficilmente infesterà l’ uomo a meno che egli non ingerisca una pulce.

L’ echinococcosi è una parassitosi causata da due tipi di tenia, di cui solo uno interessa i felini (Echinococcus multilocularis).

Come tutte le altre tenie, necessita, per il suo sviluppo completo, di due ospiti: uno definitivo dove si localizza come verme adulto nell’ intestino, e uno intermedio, dove si localizza allo stadio larvale (cisti idatidee) in altre sedi come muscoli o organi interni.

Il gatto, come anche il cane, è l’ ospite definitivo, mentre gli ospiti intermedi sono i roditori, di cui il gatto potrebbe nutrirsi.

Se l’ uomo ingoiasse le uova di questa tenia potrebbe accadere che gli embrioni che esse liberano a livello intestinale migrino fino al fegato (più raramente al polmone e al cervello) dando origine alle cisti idatidee.

Per quanto riguarda gli ascaridi (vermi tondi), presenti soprattutto nei giovani gatti, essi vengono emessi con le feci sotto forma di uova, che con alcune condizioni ambientali e nell’ arco di alcuni giorni, possono sviluppare nel loro interno una larva.

E’ possibile che accada che un bambino a contatto con il terreno infetto si porti le mani sporche alla bocca e ingoi accidentalmente qualche uova, contaminandosi.

Dal momento che l’ uomo non rappresenta l’ ospite definitivo di questo tipo di vermi, la larva non evolverà in parassita adulto, ma migrerà attraverso la mucosa intestinale determinando una reazione infiammatoria in organi come il fegato o il polmone, per poi morire.

Generalmente l’ infestazione non da segni clinici evidenti a meno che non colpisca l’ occhio. In rari casi si possono risontrare sintomi come febbre, tosse, problemi cutanei, e aumento di volume del fegato e della milza.

Come avete potuto leggere, il rischio di contagio da parte di un gatto è strettamente correlato alle norme igienico sanitarie che ognuno di noi mette in atto.

Si tratta di un rischio che comunque è bassissimo a fronte dei molteplici vantaggi che una convivenza con Micio può offrire.

Voci precedenti più vecchie



Logo zooplus

Iscriviti

Ricevi al tuo indirizzo email tutti i nuovi post del sito.

Con tecnologia WordPress.com
%d bloggers like this: