Cani da caccia: Epagneul Breton.

Cani da caccia

L’ Epagneul Breton è un cane da caccia completo, molto popolare in Francia e negli Stati Uniti.

STORIA:
il nome è probabilmente derivato da “Espanol”, e si riferisce al fatto che molti cani da caccia fanno risalire i loro antenati agli antichi cani da caccia della Spagna.

In genere gli Spaniel vengono usati per far alzare la selvaggina da abbattere con il fucile, mentre Pointer e Setter si occupano soprattutto della localizzazione di essa.

L’ Epagneul Breton è un’ eccezione, in quanto esso punta, ma fa anche alzare la selvaggina e, infine, la riporta.

Il fisico magro e le lunghe gambe di questo versatile cane sono più comuni ai  Setter che agli altri Spaniel.

Nel 1800 venne aggiunto alla razza il sangue di Pointer Inglese che indubbiamente accentuò queste caratteristiche.

L’ Epagneul Breton resta comunque, per lo più, un cane da lavoro e qualunque caratteristica ornamentale che lo possa danneggiare nel fitto bosco, come le frange del pelo, viene scoraggiata.

TEMPERAMENTO:
come per la maggioranza dei cani da caccia, la lunga alleanza nel lavoro con l’ uomo lo ha reso una razza affabile, intelligente, collaborativa e volenterosa.

Gli Epagneul Breton sono molto diffidenti con gli estranei.

ESIGENZE:
sono indispensabili lunghe passeggiate, e se gli si permetterà di lavorare il cane ne sarà felicissimo.

CARATTERISTICHE:

Testa
a cuneo con uno stop medio. Naso ampio con grandi narici, di colore simile alla tonalità più scura del corpo.

Occhi
color ambra o marrone, non sporgenti, ben protetti dalle sopracciglia.

Orecchie
corte, con pelo ondulato attaccate sopra al livello degli occhi.

Corpo
schiena corta e dritta, spalle muscolose e oblique.

Pelo
denso, ondulato e piatto, ma non arricciato o sericeo. Il colore è bianco e arancione intenso, o bianco e rosso bruno, senza alcun nero.

Coda
non più che un mozzicone, al massimo di 10 cm. di lunghezza. Può essere una caratteristica naturale oppure ottenuta con il taglio.

Statura
compresa tra i 44,5 cm ed i 52 cm.

La torsione dello stomaco nel cane

dilatazione-torsione stomaco

 

La sindrome da dilatazione-torsione dello stomaco rappresenta una delle principali urgenze veterinarie, che mette seriamente in pericolo la vita del cane sin dall’ esordio dei primi sintomi.

Tutti i cani, senza eccezioni, possono, un giorno o l’ altro, essere colpiti da tale sindrome, anche se questa affezione è particolarmente comune nelle razze grandi e giganti.

La torsione gastrica è preceduta da una dilatazione conseguente alla presenza di gas nello stomaco dovuta alla fermentazione di alimenti ricchi di idrati di carbonio come la pasta. Tale situazione è poi aggravata da un concomitante lento svuotamento gastrico.

L’aumento di volume dello stomaco , facilmente mobile all’ interno dell’ addome, può provocare una rotazione dell’ organo sul proprio asse longitudinale, impedendo, in tal modo, ai gas di uscire.

La compressione della gabbia toracica, che ne deriva, provoca una difficoltà respiratoria ed una cattiva ossigenazione. Inoltre la torsione comporta uno spostamento della milza nel senso della rotazione causando la compressione della vena cava caudale, con conseguente diminuzione della pressione arteriosa ed alterazione della circolazione dei vasi coronarici che irrorano il cuore, tale da compromettere il ritmo cardiaco.

Gli squilibri elettrolitici ed acido basici del sangue danno luogo ad uno stato di shock che conduce rapidamente alla morte dell’animale.

I primi sintomi di una dilatazione-torsione gastrica sopraggiungono in maniera brutale e le condizioni del cane tendono a peggiorare molto rapidamente. Generalmente si presentano nei minuti o nelle ore successive all’ assunzione di un pasto con i seguenti campanelli di allarme:

-il cane è inquieto e si lamenta
-erutta e soffre di spasmo addominale
-cerca di vomitare senza riuscirci o vomita una abbondante saliva spumosa
-il suo addome è visibilmente voluminoso, duro, teso ed alla percussione suona come un tamburo.

Già all’apparire di questi primi sintomi è il caso di correre tempestivamente in un pronto soccorso veterinario, perché nel giro di pochi minuti il cane potrebbe iniziare a vacillare, sdraiarsi ed avere difficoltà respiratoria, fino ad entrare in stato di coma mortale nel giro di una o due ore.

Il trattamento di urgenza è fondato sulla rianimazione medica: il cane verrà messo sotto perfusione endovenosa e sedato al fine di procedere allo svuotamento gastrico tramite sonda. Tale svuotamento è generalmente seguito da un intervento chirurgico di gastrotomia, con il quale si procede al riposizionamento corretto dello stomaco ed al suo ancoraggio alla parete peritoneale (gastropessi) allo scopo di ridurre le probabilità di recidiva. In alcuni casi viene anche effettuata la asportazione della milza per evitare la formazione di trombi.

Il post-operatorio è una fase molto delicata che richiede il ricovero per alcuni giorni all’ interno della struttura veterinaria, al fine di rilevare e curare tempestivamente le eventuali complicazioni cardiovascolari.

Vista la gravità delle conseguenze della sindrome da dilatazione- torsione gastrica è fondamentale per un proprietario di cane compiere anche la più piccola azione volta a ridurre al minimo i suoi fattori di rischio. In particolare le circostanze che favoriscono tale affezione possono essere riassunte così:

-un pasto unico e voluminoso
-un consumo troppo rapido della porzione
-un esercizio fisico violento o un forte stress appena prima o appena dopo un pasto
-una predisposizione del cane al vomito

Di conseguenza è consigliabile adottare le seguenti precauzioni:

-Dividere la quantità giornaliera di cibo del cane in almeno due pasti
-Se non è possibile dividere il pasto, prediligere un cibo semiliquido per favorire lo svuotamento gastrico
-Evitare ogni esercizio fisico almeno un ora prima e fino a tre ore dopo il pasto
-Sorvegliare il cane che vomita spesso o che ha già avuto una precedente torsione di stomaco
-Se il vostro cane è ingordo, somministrate il cibo in una ciotola di quelle ideate proprio per questo problema

Per concludere credo sia importante essere al corrente del fatto che molte Cliniche Veterinarie praticano la gastropessi preventiva in cani molto giovani appartenenti alle razze maggiormente predisposte alla dilatazione- torsione gastrica.




I disturbi comportamentali del cane anziano.

la vecchiaia nel cane

 

I disturbi del comportamento dipendenti dall’ invecchiamento di un cane alterano la relazione che esiste tra l’ animale e il suo nucleo familiare.

Le modificazioni di comportamento di un cane anziano possono essere ricondotte tanto a disturbi endogeni, associati, cioè, a patologie in corso proprie della vecchiaia, quanto a disturbi esogeni, legati alla percezione dell’ ambiente esterno.

Tra le patologie comportamentali più comuni della geriatria canina rientrano l’ iperaggressività, il rallentamento e la disorganizzazione.

L’ iperaggressitività secondaria del cane anziano ha una evoluzione in due tempi: la prima fase viene definita aggressività reattiva perché si esprime come reazione, appunto, ad un fenomeno scatenante; la seconda fase è quella che sfocia in vera e propria iperaggressività secondaria, nella quale il cane ha compreso che con il morso può risolvere ogni situazione indipendentemente dall’ entità del fenomeno scatenante.

Durante il periodo di aggressione reattiva, il cane reagisce ad una situazione irritante quale può essere il dolore, le costrizioni fisiche, le stimolazioni eccessive. Il suo centro di controllo è situato nel sistema limbico, a livello del nucleo caudale del setto dell’ amigdala, dell’ ipotalamo e dell’ ipotalamo ventromediano. Anche gli ormoni sessuali (androgeni ed estrogeni) contribuiscono aumentando la frequenza e l’ intensità di questo comportamento.

Dal momento che l’ esistenza di patologie dolorose croniche può provocare delle aggressioni per irritazione, la sottovalutazione del dolore da parte del proprietario può condurre fino alla iperaggressività secondaria.

Allo stesso modo possono scatenare reazioni aggressive le menomazioni sensoriali (perdita della vista e dell’ udito) cui molto frequentemente vanno incontro i cani anziani.

Il ruolo del proprietario è fondamentale e consiste nell’ osservare attentamente il proprio cane e rilevare prontamente qualsiasi cambiamento nel comportamento, che potrebbe nascondere un problema di natura medica.

Dal canto suo, il Veterinario deve saper distinguere in quale delle due fasi di aggressività si trovi il paziente per stabilire al meglio il trattamento da intraprendere: nel caso di aggressività reattiva, è solitamente sufficiente eliminare la causa scatenante per assistere alla remissione del disturbo comportamentale, se invece è sopraggiunta la iperaggressività, la terapia sarà basata sulla somministrazione di farmaci, generalmente neurolettici.

Al di là delle patologie comportamentali vere e proprie come quelle che abbiamo appena esaminato, l’ invecchiamento di un cane provoca nell’ animale un rallentamento delle reazioni agli eventi esterni e la comparsa di risposte emozionali imprevedibili ed inopportune. Si crea allora un piccolo circolo vizioso all’ interno del quale il proprietario stimola sempre meno il cane ed il cane è sempre meno voglioso di reagire ed essere attivo, meccanismo che può condurre ad uno stato di depressione involutiva.

Il miglior modo per lottare contro questo disturbo è quello di mantenere al meglio l ‘attività motoria e psicologica del cane portandolo a fare passeggiate, magari rivedendo tempi, modi ed orari, continuando a giocare con lui, possibilmente con meno foga, e rendendolo costantemente partecipe alla vita di famiglia.

Il cane anziano necessita di due controlli annui dal veterinario ed una alimentazione adeguata con ridotto apporto proteico e calorico, anche se non capita di rado che con l’ avanzare dell’ età i cani diventino più ingordi.

Se l’ esame neurologico evidenzia un importante rallentamento delle risposte, il Veterinario potrebbe decidere di istituire una adeguata terapia a base di psicoanalettici, in grado di intervenire sull’ utilizzo del glucosio da parte dei neuroni e sul metabolismo ossidativo. Un’ altra terapia potrebbe consistere nella  somministrazione di antidepressivi se la situazione lo richiede.

Una cura per la vecchiaia purtroppo non è ancora stata inventata, però sarebbe bene non considerare il proprio cane anziano come un tappetino da arredamento: il modo migliore per mantenerlo in forma è farlo sentire ben integrato nella famiglia, tollerando la sua lentezza nel rispondere alle sollecitazioni e le sue reazioni di paura.

La affezioni della retina nel cane e nel gatto.

lesioni occhio gatto

Le principali affezioni della retina sono rappresentate dalle lesioni vascolari, dalle atrofie retiniche e dai distacchi.

Le lesioni vascolari sono abbastanza frequenti in cani e gatti, riguardano principalmente i vasi coroidei e provocano delle reticolazioni di piroplasmositoxoplasmosi. La loro diagnosi si fonda su un meticoloso esame del fondo dell’ occhio.

Le atrofie retiniche sono caratterizzate dalla scomparsa o dalla assenza di una parte della struttura retinica,generalmente i fotorecettori. Si manifesta sotto forma di insufficienza visiva più o meno marcata. Diversi agenti chimici sono dannosi per la retina come ad esempio la chinina, la clorochina, l’ etanbutolo, ma le principali atrofie hanno una natura ereditaria, tra le quali la più importante è l’ atrofia retinica progressiva.

L’ atrofia retinica progressiva (ARP) si presenta con una diminuzione progressiva della visione crepuscolare (emeralopia): tale atrofia procede dalla periferia verso il centro della retina, con la scomparsa dapprima dei bastoncelli e successivamente dei coni.

L’ esame oculare evidenzia midriasi (dilatazione della pupilla) con riflessi pupillari lenti, il fondo dell’ occhio è iperriflettente. Per una diagnosi più accurata si può ricorrere, solo in centri specializzati, alla elettroretinografia, che consente di verificare l’ integrità retinica stimolando ogni occhio con tre colori differenti: il bianco per stimolare coni e bastoncelli; il blu per stimolare solo i bastoncelli ed il rosso, che influisce sui coni.

I distacchi di retina consistono nello scollamento dei due epiteli: privato dell’ epitelio pigmentato, l’ epitelio neurosensoriale perde ogni capacità. La perdita della vista avviene improvvisamente ed il fondo dell’ occhio appare sfocato.

La prognosi del distacco di retina è maggiormente grave se associato ad una lacerazione perché l’ epitelio neurosensoriale, una volta lesionato, si atrofizza rapidamente.

Il trattamento varia in base alla gravità del distacco di retina, partendo dal solo riposo in casi più lievi, fino ad arrivare alla chirurgia in quelli più gravi. Il trattamento farmacologico prevede l’ utilizzo di diuretici ed antinfiammatori.




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