E’ idea diffusa tra i proprietari di animali che la sterilizzazione sia un intervento “contro natura”, paragonando la castrazione del gatto a quella dell’ uomo.
Tale argomento richiama la componente etica del rapporto uomo-animale, dove il primo si domanda spesso se con la sterilizzazione vengano violati i diritti dell’ animale.
In realtà, la risposta è no, e questo non lo dico io, ma una moltitudine di esperti e medici del settore: non a caso anche tutte le Associazioni animaliste e per la difesa degli animali, sostengono da anni tutte le campagne a favore di questo intervento, sia al fine di limitare il randagismo di cani e gatti, che al fine di proteggerne lo stato di salute.
Sia cani che gatti, come tutti gli altri animali, del resto, hanno un modo totalmente diverso dal nostro di vivere la sessualità, che consiste per essi nel mezzo attraverso cui riprodursi ed adoperarsi per il mantenimento della specie.
Non ci sono altri coinvolgimenti di qualsivoglia natura, e questo lo dimostra il fatto che mamma gatta (o mamma cagna), inizia a considerare la propria prole alla stessa stregua di un qualsiasi altro animale, già dopo le prime settimane di vita: nessun istinto di maternità, dunque.
Stesso discorso vale per il sesso maschile, che si dirige in cerca di una femmina solo nel momento in cui ne percepisce lo stato di calore.
Se proprio dobbiamo dirla tutta, è il proprietario di un gatto “intero” che si trova costretto ad assumere un comportamento “contro natura” quando il proprio animale scalpita per l ‘ accoppiamento: iniziano così tutta una serie di ingegnosi accorgimenti per evitare che il gatto tenti di darsi alla fuga, o ancora peggio, per dividere gatti di sesso opposto che vivono sotto lo stesso tetto.
La sterilizzazione è in grado di risolvere facilmente questi problemi, perché, eliminando gli stimoli ormonali, tranquillizza l’ animale modificandone il comportamento.
Per di più, in svariati casi ne può allungare e migliorare di molto la vita, perché lo preserva da eventuali malattie che possono insorgere in età avanzata.
Quindi, sempre che non si abbia intenzione di far riprodurre Micio, la castrazione è sempre consigliata per almeno quattro validi motivi.
Innanzitutto riduce l’ aggressività del gatto nei confronti di altri gatti o altri animali conviventi, limitando così anche spiacevoli infortuni.
Durante il periodo del calore delle femmine, un gatto, nel pieno delle proprie facoltà riproduttive, emette miagolii continui ed intensi e cerca di marcare più territorio gli sia possibile, lasciando un odore che non è proprio gradevole all’ olfatto umano. Una volta castrato non avrà più questo comportamento.
Inoltre la castrazione limita notevolmente il comportamento “randagio” del gatto che tende ad allontanarsi da casa e ad intraprendere liti a suon di morsi e graffi con altri gatti, con tutti i rischi annessi e connessi (investimento automobilistico o contagio di malattie diffuse tra i gatti randagi come la FIV).
Ultimo aspetto, ma non in ordine di importanza, quello riguardante la prevenzione della nascita di cuccioli indesiderati, che andrebbero ad alimentare il fenomeno del randagismo.
Se consideriamo, alla luce di questi validissimi motivi, anche il fatto che non si tratta di un intervento traumatico per l’ animale e che consiste di pochissimi giorni di convalescenza, non vi sono controindicazioni alla castrazione di un gatto.
Ogni età del gatto può esser adatta per effettuare l’ intervento: la cosa migliore è quella di intervenire prima dell’ età adulta, a partire, nel gatto maschio, già dalle otto settimane di vita.
I gatti castrati prima del raggiungimento della pubertà (all’ età di circa sei mesi) non sviluppano le caratteristiche somatiche proprie dei gatti interi (testa grande, collo spesso, emissione di urina dall’ odore forte).
L’ intervento consiste nell’ asportazione totale dei testicoli e viene effettuato in anestesia generale, ma il gatto è già in grado di camminare saldamente con le proprie zampe nell’ arco di poche ore dal risveglio.
Nei primissimi giorni che seguono la castrazione è consigliabile sostituire la sabbietta abituale utilizzata per la lettiera con delle striscioline di carta di giornale, per evitare che materiali estranei si insinuino nella ferita, provocando infezioni.
Per il resto è sufficiente un controllo quotidiano dello scroto per rilevare eventuali infiammazioni e la limitazione della libertà del gatto di vagabondare in giro per almeno una settimana.
La castrazione del gatto in età avanzata deve essere valutata dal Veterinario in base al suo stato di salute e, comunque, non assicura la perdita degli aspetti comportamentali mascolini (spruzzi di urina o aggressività).
Occorre però sfatare qualche luogo comune per convincere anche gli scettici più ostinati.
Viene, infatti, spesso affermato che gli animali sterilizzati abbiano la tendenza a diventare obesi.
Questo non è assolutamente vero, lo è, invece, il fatto che i gatti sterilizzati necessitino di meno cibo perché il loro metabolismo è ridotto.
Basterà somministrare a Micio una quantità di cibo adeguata o un alimento dietetico, reperibile facilmente nei negozi specializzati, per eliminare il problema alla base.
Insomma, sono convinta del fatto che sterilizzare il proprio gatto, sia esso maschio o femmina, rappresenti un atto di amore nei suoi confronti.
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