Inseminazione artificiale quando tra cani non scocca la scintilla…


assistenza alla monta cane

Non dico che debba trattarsi necessariamente del romantico “Coup de Foudre”,  però, certo è, che anche tra cani l’ affinità sessuale è fondamentale per portare a buon fine un accoppiamento.

Solitamente, mentre i privati cercano soprattutto di evitare che le loro cagne abbiano dei cuccioli, gli allevatori, dal canto loro, tentano di risolvere tutti i problemi che impediscono la riproduzione.

Così come per la specie umana anche tra cani si verificano sempre più spesso dei problemi riproduttivi dovuti, talvolta, a patologie medichepsicologiche o comportamentali, e altre volte, ad incompatibilità tra soggetti che non hanno alcuna affinità se non per gli allevatori che intendono farne nascere degli esemplari perfetti.

E’ questo il momento in cui ci si affida alla medicina praticando anche nei cani l’ inseminazione artificiale.

L’ inseminazione artificiale può essere svolta seguendo due metodi: l’ assistenza alla monta (metodo più comune) , tramite la raccolta e l’ utilizzo diretto dello sperma del riproduttore per inseminare la cagna, oppure l’ inseminazione praticata con seme congelato.

Questo ultimo metodo, il meno praticato, si addice a quelle situazioni in cui i cani sono lontani ed in cui vi è l’ impossibilità di farli incontrare, oppure nei casi in cui si intende conservare la razza tramite il seme di riproduttori eccezionali.

L’ assistenza alla monta si rende necessaria per due ragioni principali: la pseudofrigidità e il rifiuto della monta.

La pseudofrigidità si osserva quando la femmina ha dei cicli sessuali normali ma che passano praticamente inosservati (cicli muti), mentre si possono osservare tutti i segnali delle lattazioni relative alla  pseudogestazione.

Il rifiuto della monta può essere legato all’ assenza di libido o a dei “falsi calori”.

In certi casi è la conseguenza di un coito difficile, che può verificarsi in diverse circostanze, come ad esempio quando il maschio è troppo giovane, quando la femmina è dominante, oppure, al contrario sottomessa, o ancora in caso di malformazione o tumore all’ apparato genitale.

Altre cause possono essere ricollegate ad un rilassamento (ptosi) dei legamenti e dei muscoli della vagina o della vulva  oppure se la cagna soffre di artrosi vertebrale o coxofemorale.

Una volta accertata l’ impossibilità o la riluttanza dei due cani ad accoppiarsi, si procede alla raccolta dello sperma tramite l’ utilizzo di una manichetta di gomma intiepidita per evitare un contatto troppo freddo , ed un tubo che dovrà trasportare il seme all’ interno di un contenitore sterile.

La presenza di una cagna in calore facilita notevolmente la raccolta dello sperma per masturbazione.

L’ eiaculazione si svolge attraverso tre frazioni successive: una frazione uretrale, di circa 1,5 ml. priva di spermatozoi, una frazione spermatica (o epididimaria) molto concentrata e molto ricca di spermatozoi ed una frazione prostatica molto voluminosa (diverse decine di millilitri).

Dopo la raccolta lo sperma, come dicevamo in precedenza, può essere utilizzato immediatamente o mantenuto al freddo in un liquido conservante a base di lattosio e di rosso d’ uovo, in maniera da poter essere utilizzato nelle due settimane successive.

La conservazione dello sperma può essere di durata illimitata se conservato sotto forma di scaglie in azoto liquido alla temperatura di -196°, ma richiede un procedimento molto complesso che necessita di strutture appropriate.

Prima di qualsiasi inseminazione è necessario, in entrambi i casi, procedere all’ esame dello sperma per controllarne la qualità. L’ osservazione al microscopio del liquido spermatico non deve presentare più del 15% di spermatozoi anormali, mentre il 75% del totale deve essere costituito da spermatozoi mobili.

La fase più delicata dell’ inseminazione artificiale è quella della collocazione del seme, il quale deve essere deposto molto in avanti nella vagina e il più vicino possibile al collo dell’ utero.

Generalmente si utilizza una particolare sonda concepita appositamente a tale scopo munita alla estremità anteriore di un palloncino gonfiabile che simula il ruolo dei bulbi erettili del maschio, impedendo così il riflusso dello sperma lungo le pareti vaginali.

Questa sonda è un dispositivo sterile monouso dotato di un corpo flessibile, per evitare qualsiasi rischio di trauma, e di un tubo telescopico che termina in una biglia , che fa si che lo sperma venga depositato contro il collo dell’ utero senza provocare lesioni.

Per praticare una inseminazione intrauterina è possibile utilizzare una sonda molto più sottile in grado di superare il collo dell’ utero. Questo sistema garantisce dei migliori risultati.

Idealmente l’ inseminazione artificiale andrebbe praticata in  due tempi, laddove fosse possibile, con un intervallo di 48 ore, sia che si tratti di assistenza alla monta o seme congelato.

Ovviamente il successo dell’ operazione è strettamente correlato alla scelta della data dell’ intervento, il quale deve avere luogo nel momento più vicino possibile all’ ovulazione, momento che può essere determinato attraverso uno striscio vaginale.

Il resto lo fa la natura: infatti una volta sistemata la sonda, le contrazioni vaginali fisiologiche facilitano la risalita dello sperma nell’ utero ed il dado è tratto, nell’ arco di un paio di mesi verranno dati alla luce dei bellissimi cuccioli.

Quando la gatta va in calore…

Ci sono molte credenze e molti luoghi comuni, circa la vita sessuale del gatto femmina.

In questo articolo cercherò di sfatarne alcuni e di approfondire un pò questo argomento dai mille tabù.

L’ ovulazione delle gatte avviene solo al momento dell’ accoppiamento. La cosa migliore, quando si ha intenzione di far accoppiare la propria micia, è quella di attendere che abbia raggiunto almeno i 18 mesi di età., solo previa visita accurata del vostro Medico Veterinario di fiducia.

Se invece, preferite evitare che la vostra gatta metta alla luce dei gattini, il consiglio che vi posso dare, in linea con il pensieero di quasi tutti i Veterinari, è quello di farla sterilizzare.

E’ stato dimostrato scientificamente, infatti, che una gatta “intera” cui venga impedito l’ accoppiamento, potrebbe soffrire molto, avere periodi di estro frequenti ed intensi, arrivare a rifiutare il cibo, sporcare fuori dalla lettiera, e cercare in tutti i modi di allontanarsi da casa.

Quando la gatta è nel periodo dell’ estro (momento in cui la gatta accetta il gatto maschio, che può durare dai 7 ai 12 giorni circa), non noterete delle perdite di sangue, ma piuttosto un cambiamento nei suoi comportamenti: sarà particolarmente languida, affettuosa e bisognosa di coccole, miagolerà spesso per richiamare il maschio, e struscerà spesso il collo per terra.

L’ odore e i miagolii di una femmina in calore attirano un gran numero di maschi che si radunano al suo cospetto e attendono il momento giusto per l’ accoppiamento.

La gatta si avvicinerà dapprima al maschio dominante che potrà così portare a buon fine l’ atto sessuale: l’ eiaculazione avviene subito dopo la penetrazione, ma l’ amplesso verrà ripetuto per circa sette volte.

Può accadere a volte che a questo punto la femmina decida di accoppiarsi anche con gli altri maschi, in ordine di scala gerarchica, fino al più debole. E’ per questo motivo che a volte ne scaturisce un parto con gattini tutti diversi tra loro.

Al termine dell’ accoppiamento la gatta inizia a rotolarsi per terra, strusciando la schiena al suolo per qualche minuto.

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