Il cane come fonte di energia negli antichi mestieri.

CANI DA TIRO

Nel corso dei secoli, il cane è stato utilizzato come fonte di energie a buon mercato, esattamente come un cavallo o un asino.

Non che l’ animale venisse brutalizzato, però, di certo, doveva, come tutti, guadagnarsi la pagnotta, svolgendo il proprio lavoro.

Già al tempo dei Galli fu ideata e costruita la prima ruota per cani.

Per questo popolo costituiva un divertente passatempo rinchiudere i cani all’ interno di ruote infuocate, per farle poi rotolare giù per una collina fino al torrente, nel quale si spegnevano.

Questo crudele rito rappresentava il simbolo del meccanismo del fulmine.

Nel 1708 l’ economo di un ospizio, il canonico Camos, trovò un impiego un pochino più utile del cane all’ interno della ruota: si trattava di un San Bernardo che, camminando,CANI DA LAVORO riusciva a far girare lo spiedo.

A partire dal XVIII secolo le ruote per cani si moltiplicarono, così come i vari impieghi: basti pensare che un cane di 30 kg che cammina alla velocità di 6 km/h è in grado di generare una potenza di 135 Watt.

Nelle tavole della Encyclopédie di Diderot è possibile ammirare la rappresentazione di una ruota per cani collegata al mantice della fucina di un fabbro.

Lo scrittore Uri Zelbstein, nel suo aritcolo “Mestieri di cani” pubblicato nella rivista Historia nel Novembre del 1985, segnala che nel 1879, 400 cani lavoravano presso i fabbricanti di chiodi di Gespunsart nelle Ardenne.

Era possibile vederli in fila in attesa del loro turno di ruota all’ entrata delle fucine, che in squadre di 4 elementi si succedevano al lavoro a colpi di fischietto. Alla fine del proprio turno venivano poi ricompensati con lauti pasti.

CANI DA LAVOROI cani delle botteghe di coltelleria di Thiers avevano invece un lavoro un po’ meno faticoso: la loro missione consisteva nell’ accovacciarsi sulle gambe o sulla schiena dei loro padroni che lavoravano stesi sul ventre con le mani nell’ acqua per affilare le lame. La loro duplice funzione consisteva nel fare da contrappeso e nello scaldare il loro padrone.

I francesi di Ternois utilizzavano le ruote per cani per far girare mole e zangole per la produzione del burro, così come accadeva  nei Paesi Bassi. Alcune di queste ruote potevano superare anche i 2 metri di altezza.

Dal XVIII secolo il cane divenne anche il “cavallo dei poveri“.

Proibito in Italia e in Inghilterra, il tiro di cani è stato sempre molto utilizzato in Francia, in Belgio, in Olanda e in Svizzera.

Verso il 1920, a causa della penuria di cavalli, in Belgio venivano impiegati 150.000 cani per il tiro.

I lavoratori che più di tutti usufruivano dei cani per i loro piccoli trasporti erano i lattai e i fattori, quando si recavano al mercato per vendere i propri prodotti. Vi erano poi i fornai che portavano il pane nei cascinali e i postini che distribuivano la posta nel loro lungo giro; anche gli scolari si servivano dei cani di famiglia quando, per raggiungere la scuola, dovevano percorrere chilometri e chilometri di strade di campagna.

I cani erano utilizzati dalla popolazione più povera che, non potendosi permettere un cavallo, facevano affidamento sul proprio  fedele amico per i bisogni della vita quotidiana.

Il cane che veniva utilizzato per il traino era spesso un robusto meticcio di costituzione forte, in grado di tirare da solo 80 chili alla velocità di 8 km/h.

La legge Belga vietava di superare i 150 kg di peso per cane, mentre 2 cani insieme potevano tirarne 200.

In Francia prese talmente piede l’ impiego di cani per il tiro di vetture a trasporto umano, che si rese necessario redigere una vera e propria regolamentazione che ne disciplinava l’ utilizzo.

Ogni veicolo doveva disporre di una targhetta di identificazione e poteva ospitare solamente una persona a bordo o due bambini di età inferiore ai 13 anni.

I cani che tiravano la vettura dovevano avere una età superiore ai 18 mesi e un’ altezza di almeno 50 cm alla spalla.

Le cagne in calore, gravide o in lattazione, nonché i cani vecchi e malati non potevano essere impiegati nel tiro, e, più in generale, non si poteva chiedere agli animali uno sforzo superiore alle proprie capacità.

E così via, con altre regole riguardanti anche la struttura del veicolo stesso.

Nonostante tutte queste restrizioni le vetture trainate dai cani circolarono in Francia fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Fortunatamente l’ arrivo dei ciclomotori e delle automobili fece  scomparire pian piano i tiri per i cani, anche perché il passaggio del veicolo in strada spaventava a tal punto l’ animale che spesso il carretto veniva rovesciato e con lui il suo contenuto.

Al giorno d’ oggi le vetture trainate da cani si sono trasformate in slitte, costruite in leghe sempre più leggere, e, allo stesso modo, i meticci robustissimi che venivano impegati per il tiro, hanno lasciato il posto a bellissimi cani esotici come i Siberian Husky,gli Alaskan Malamute o i Groenlandesi, la cui unica preoccupazione è la competizione sportiva.


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Quando l’ assicurazione del Cane è obbligatoria?

responsabilità civile cani

L’ ordinanza del 3 Marzo 2009 in materia di assicurazioni, messa a punto per la tutela dell’ incolumità pubblica in caso di aggressione da parte di cani, ha rivoluzionato finalmente la precedente e molto criticata normativa, in vigore dal 9 Settembre 2003 (ordinanza n° 212), che nei sei anni di vigenza aveva dato scarsissimi risultati.

La vecchia disposizione, infatti, si basava sull’ individuazione tramite una “lista nera” di razze pericolose, per le quali era resa obbligatoria la stipula di un contratto di assicurazione, escludendo però, di fatto, tutti quei cani che, appartenenti a razze definite innocue, venivano considerati esenti da tale obbligo, ma in realtà potenzialmente aggressivi anch’ essi.

Se si conosce un pò il mondo canino si arriva facilmente alla conclusione che l’ aggressività o la pericolosità di un cane non può di certo essere stabilita dalla razza cui esso appartiene, di sicuro non in modo così assoluto, nonostante la predisposizione di alcune razze, piuttosto che altre, ad assumere comportamenti pericolosi nei confronti dell’ uomo o dei suoi simili.

Va da sè che l’ ordinanza 212 del 2003 sia stata ripetutamente contestata sia dai proprietari di cani che dalle Associazioni che ne difendono i diritti.

Il nuovo provvedimento, dunque, elimina, in primis, l’ elenco delle razze dei cani ritenute pericolose, che, tra l’ altro, era privo di qualsiasi fondamento scientifico. Stabilisce, inoltre, il principio fondamentale secondo cui  il proprietario di un cane è sempre responsabile del comportamento del proprio animale e che quindi risponderà egli stesso, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni causati a cose, persone o animali, nonché della qualità della vita del cane.

Nel Settembre del 2008 la Corte di Cassazione ha inoltre stabilito quanto segue: ” in caso di lesioni cagionate dall’aggressione di un cane, nella fattispecie di grossa taglia, affidato dal proprietario ad un terzo (nel caso di specie la moglie) non in grado di controllare l’animale e quindi di impedire l’evento lesivo, deve riconoscersi la concorrente responsabilità del proprietario non in virtù di una responsabilità oggettiva bensì in ragione degli obblighi che per lui derivano dalla posizione di garanzia collegata al fatto di essere lui solo la persona che dispone dell’animale e che può controllarne le reazioni”.

Nel tentativo di sensibilizzare le persone sulla prevenzione degli eventi pericolosi, la nuova ordinanza istituisce l’ obbligo di utilizzare un guinzaglio che non superi la lunghezza di 1.50 metri per tutti i cani che transitino nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, ad eccezione delle aree predisposte dal Comune per lo svago dei cani, e di portare sempre con sé la museruola da applicare in caso di pericolo.

Al fine di favorire la formazione dei proprietari di cani sulla corretta detenzione degli animali i Comuni, congiuntamente con i medici Veterinari delle Asl, hanno l’ obbligo di istituire dei percorsi formativi che prevedano il rilascio di una specifica attestazione chiamata “patentino“, che diviene obbligatoria per i cani “impegnativi” identificati a livello territoriale.

Nell’ identificazione di questi cani definiti “impegnativi” il Veterinario curante assume un ruolo fondamentale:  è suo compito infatti, nel caso in cui rilevi un rischio, stabilire le misure preventive e la necessità di eventuali interventi terapeutici a livello comportamentale e di iscrivere tali soggetti in un apposito Registro dei cani morsicatori o con problemi comportamentali, a cura delle ASL.

I proprietari dei cani iscritti nel registro devono obbligatoriamente stipulare una polizza di Assicurazione di responsabilità civile e condurre il cane a passeggio con guinzaglio e museruola. Quindi l’ obbligatorietà scatta nel momento in cui il cane abbia già aggredito, ferito o comunque dato segni di pericolosità verso persone o animali. In tutti gli altri casi rimarrà scelta del padrone stipulare o no una polizza.

L’ ordinanza prevede inoltre l’ obbligo di raccogliere le feci in ambito urbano e a detenere, quindi, tutti gli strumenti necessari per la raccolta, e conferma il divieto di addestramento inteso ad esaltare l’aggressività dei cani, le operazioni di selezione ed incrocio tese allo stesso fine, la pratica del doping, gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia dell’animale (recisione delle corde vocali, taglio delle orecchie e taglio della coda), fatto salvi gli interventi curativi certificati dal medico veterinario.

Comunque al di là della obbligatorietà o meno della stipula di un’ Assicurazione sul Cane, sottoscriverne una ci consente di dormire sogni più tranquilli, perchè anche il cane più buono del mondo può, prima o poi nella vita, causare problemi, anche involontari e di piccola entità, a danno di cose o persone.

In effetti è possibile assicurare il nostro cane per responsabilità civile con pochi Euro l’ anno;  si parla di cifre che si aggirano intorno ai 30-40 Euro, fino ad arrivare a premi di 100.00 Euro se si desidera assicurare il nostro migliore amico anche per eventuali spese veterinarie, in caso di incidente o intervento chirurgico. Considerando che le tariffe di tali prestazioni non sono per nulla modeste, forse i soldi spesi per l’ accensione di un piano assicurativo possono considerarsi soldi spesi bene.

Ci sono poi, ovviamente, dei pacchetti specifici per tutte le situazioni più disparate, dalle Assicurazioni per i cani da caccia, a quelle per i cani da lavoro, per i cani da mostra e, molte volte, la Compagnia Assicuratrice offre la possibilità di accorpare l’ Assicurazione del nostro 4 zampe a quella di tutta la famiglia con enormi vantaggi economici.

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