La storia racconta che, una volta, i marinai, che non erano dei grandi nuotatori, non si imbarcassero sulle navi per la pesca del merluzzo, se a bordo non era presente un Terranova.
Nel 1919 uno di questi cani ricevette perfino una medaglia d’ oro per aver tratto in salvo, da solo, la bellezza di venti persone.
Nella vita quotidiana il cane Terranova veniva incaricato di recuperare i pesci che sfuggivano dalle reti e quindi aveva spessissimo l’ occasione di entrare in acqua.
Per i pescatori era anche un affidabilissimo barometro perché era in grado di sentire l’ avvicinarsi delle tempeste ed, in tal caso, fare provviste di pesce in previsione di giorni di maltempo.
Lo stesso Napoleone dovette essere immensamente riconoscente ad un Terranova: infatti quando decise di fuggire dall’ Isola d’ Elba dovette salire a bordo di una scialuppa per poter raggiungere l’ Inconstant al largo, ma al momento dell’ imbarco, in piena notte, l’ Imperatore scivolò e scomparve nell’ acqua.
Fu il cane di un marinaio a salvarlo e riportarlo a riva, altrimenti sarebbe di sicuro annegato.
In tempi più recenti, nel 1983, un pescatore bretone naufragò al largo dell’ isola di Sein e tre giorni più tardi il suo cane, un Terranova, riportò il suo corpo sulla spiaggia.
Dopo alcuni anni, durante la Transatlantica Alizès, un altro Terranova non addestrato al salvataggio in mare, soccorse tre persone dell’ equipaggio di un battello in difficoltà.
Il cane si sforzava di tenere uniti i tre uomini nuotando da uno all’ altro per sostenerli.
C’ è da dire che, contrariamente a quanto si sarebbe portati a pensare, il Terranova non è un cane facile da educare.
Indipendente e testardo, non ama le lezioni troppo autoritarie, quindi è necessario presentargli l’ insegnamento sotto forma di gioco.
Con la giusta dose di giochi in acqua e complimenti è possibile, però, ottenere la totale obbedienza. La dedizione esclusiva che ha per il suo padrone farà il resto. Proprio per questo motivo per essere efficientemente operativa l’ equipe di salvataggio, deve essere composta dal cane e dal suo padrone.
Gli esercizi di nuoto finalizzati a sviluppare la resistenza dell’ animale iniziano fin dall’ età di quattro mesi, allungando progressivamente le distanze da percorrere.
Cosa molto importante è mettere un freno e controllare attentamente l’ esercizio svolto, perché il Terranova è un cane che non si risparmia e non conosce bene i propri limiti: per condividere il piacere del suo padrone è capace di nuotare fino allo stremo.
Il riporto degli oggetti di ogni tipo è per lui un istinto naturale ed in poche sedute il cane imparerà a tirare per il braccio un manichino gettato in acqua da un canotto.
Ben allenato un Terranova può tranquillamente tirare fuori dall’ acqua un uomo di 80 kg o tirare due naufraghi attaccati agli anelli del suo collare.
La su potenza gli permette di rimorchiare, con l’ aiuto di una corda, un canotto con a bordo quattro passeggeri.
Nel corso di una esercitazione si è potuto ammirare una equipe di due cani da soccorso trainare un battello di 25 tonnellate.
Per orientarsi nei suoi salvataggi il cane tiene conto della forza della corrente e sa approfittare dell’ altezza delle onde per individuare la posizione dell’ uomo o del mezzo in difficoltà.
Nel caso in cui si tratti di soccorrere più persone, il Terranova sa intuire istintivamente quella che necessita di una priorità nei soccorsi ed in pochissimi istanti è in grado di scegliere il punto della riva sul quale può facilmente portare il naufrago.
A tutto ciò occorre aggiungere che la Natura lo anche favorito dotandolo di un pelo lungo e folto ed un sottopelo oleoso, che gli permettono di trattenere l’ aria, e quindi di galleggiare meglio, e di resistere perfettamente anche quando deve restare a lungo nell’ acqua fredda.
Inoltre le sue zampe sono dotate, all’ altezza della seconda falange, di una membrana interdigitale più sviluppata di quella degli altri cani, che permette una migliore propulsione nell’ acqua.
Insomma, il Terranova possiede tutto per essere a suo agio nell’ elemento liquido, qualche mese di formazione è sufficiente per fare di lui un nuotatore senza pari.
Questo fantastico “San Bernardo” del mare è sempre pronto a buttarsi in acqua per prestare soccorso, la sua resistenza ed il suo coraggio non lo fanno esitare neanche nelle situazioni più difficili, e, instancabile, dopo lo sforzo ama rimanere a giocare nell’ acqua.