Le endoparassitosi del gatto: vermi e protozoi.

endoparassiti gatto

I parassiti interni del gatto si distinguono in Protozoi e Vermi.

Nel gatto le parassitosi gastroenteriche sono molto comuni e i segni clinici dell’ infestazione variano a seconda del tipo e del numero di elminti presenti e possono essere particolarmente gravi nei gattini.

I sintomi di una parassitosi interna comprendono anemia, vomito, diarrea, tosse, difficoltà respiratoria, scarso accrescimento, mantello opaco, addome a botte e presenza di formazioni simili a chicchi di riso intorno all’ ano.

I più comuni parassiti riscontrati nel gatto sono rappresentati da cestodi (trasmessi da pulci e roditori), ascaridi, anchilostomi, nematodi polmonari e coccidi.

Le modalità di infestazione variano a seconda del tipo di verme, ma comprendono il trasferimento attraverso il latte materno, la penetrazione della cute, l’  ingestione per via orale.

Tutti i gattini andrebbero, di norma, sottoposti ad un esame coprologico (delle feci) per la ricerca degli endoparassiti all’ età di 9 e 12 settimane;  gli adulti dovrebbero essere controllati almeno annualmente.

E’ importante fare attenzione alla presenza di proglottidi cestodi, simili a chicchi di riso, sul mantello del gatto o dentro la cassetta igienica, dal momento che questi parassiti sono molto difficili da individuare con l’ esame delle feci.

I vermi possono essere di forma tonda o piatta. Tra i primi vi sono gli ascaridi che causano diarrea, anemia, deperimento e addome a botte;  gli anchilostomi possono presentarsi con diarrea emorragica, anemia e debolezza; gli strongiloidi che vivono nei polmoni e provocano tosse secca o asma.

Tra i vermi piatti la più diffusa è la tenia che ha come ospite intermedio la pulce e può portare dimagrimento vomito e diarrea.

Quindi se un gattino ha la diarrea molto probabilmente si tratterà di una parassitosi interna.

Il trattamento delle infestazioni comporta l’ immediata somministrazione di antielmintici (sverminazione) seguita a distanza di 2-4 settimane da un secondo trattamento per eliminare le forme migranti dei parassiti.

Per quanto riguarda i protozoi, i più comuni sono la Giardia e il Toxoplasma che, assieme agli anchilostomi e agli ascaridi, sono agenti di Zoonosi e rivestono una particolare importanza dal punto di vista della salute pubblica.

Di conseguenza, tanto questi animali, quanto le loro deiezioni, vanno manipolati con cautela.

Rientra tra le parassitosi interne del gatto anche la Filariosi Cardiopolmonare, malattia trasmessa dalla zanzara, i cui parassiti vivono nel sistema vascolare dell’ animale.

I segni clinici comprendono vomito intermittente e tosse cronica.

Così come per i cani, anche per i gatti esistono in commercio dei farmaci per la prevenzione di questa malattia.


GATTI

La Filariosi Cardiopolmonare, una malattia subdola

malattia Filaria cane

La Filaria è una malattia provocata da un verme (Dirofilaria Immitis).

Quando una zanzara punge un cane infestato, insieme al sangue aspira alcune microfilarie che possono essere iniettate in un altro cane.

Le microfilarie iniziano a crescere e a spostarsi verso il cuore, dove vanno a localizzarsi dopo circa 6 mesi. Una volta adulti questi vermi vivono nel cuore destro e nell’ arteria polmonare, moltiplicandosi e creando danni irreversibili al cuore ed ai vasi polmonari.

Nel cane i vermi della filaria possono vivere 5-7 anni, se non provocano prima la morte del cane stesso.

La Filaria è purtroppo molto diffusa in Italia, in particolar modo nel centro-nord, come indica l’ immagine al lato, ma è in continua espansione e lo dimostra il fatto che anche nel diffusione filariosi Italia167Lazio si registrano sempre più casi di cani infetti.

Alcune zone d’ Italia come la Pianura Padana, la Toscana, l’ Umbria e la Sardegna, sono considerate zone ad alto rischio, e, proprio per questo, diventa indispensabile prevenire questa malattia se il cane viene trasferito anche per un solo giorno in queste zone.

Il contagio può avvenire solo tramite la zanzara, sia essa comune o tigre, e non per semplice vicinanza tra due cani come molti erroneamente pensano.

L’ animale più colpito dalla Filaria è il cane, ma può essere trasmessa dalla zanzara anche ai gatti e ai furetti.

Come annuncia il titolo, la Filaria è una malattia subdola, perché nelle prime fasi dell’ infezione è difficile vederne i sintomi anche se le filarie sono già presenti nel cuore.

Nel momento in cui è possibile osservare i sintomi (dimagrimento, facile affaticabilità, scarsa resistenza allo sforzo, tosse, ecc) significa che si sono già instaurate lesioni cardiache e polmonari e occorre intervenire al più presto.

Il metodo più sicuro per diagnosticare la Filariosi Cardiopolmonare è un semplice test, effettuato tramite un piccolo prelievo di sangue.

Il test deve necessariamente essere eseguito entro la primavera, prima di iniziare la prevenzione, in modo che se il cane risultasse positivo sarebbe possibile procedere subito alla cura della malattia.

La prevenzione ha senso solo se fatta in cani sani e negativi al test.

Stabilita la diagnosi, prima di iniziare la terapia è consigliabile eseguire una radiografia del torace ed un ecocardiogramma per verificare eventuali lesioni al cuore o ai vasi polmonari.

La terapia deve essere impostata tenendo conto delle condizioni generali del cane, anche perché può avere gravi effetti collaterali e può richiedere molto tempo prima di dare i suoi frutti.

Come spesso mi ritrovo a scrivere è sempre meglio prevenire che curare. Infatti, nonostante esista una cura per questa malattia, considerati i rischi per il cane ed i costi dei farmaci impiegati per il trattamento, è molto importante ricorrere alla prevenzione annuale.

Tale prevenzione è veramente semplice: esistono in commercio diversi prodotti, che vanno dalle compresse alle fialette antiparassitarie, che aiutano nella prevenzione anche se non coprono totalmente dal rischio di infezione.

La soluzione migliore risulta essere, invece, un farmaco somministrato con un iniezione dal medico veterinario che protegge totalmente l’ animale per un anno intero.

Questo farmaco può essere utilizzato a partire dal sesto mese di vita del cucciolo, è sempre però opportuno accertarsi prima che il cane sia negativo al test.

A volte alcuni proprietari sono portati a credere che il pelo lungo e folto del proprio cane sia in grado di proteggerlo dall’ attacco delle zanzare, ma in realtà questi insetti hanno la capacità di scegliere con cura il sito della puntura prediligendo le zone più accessibili come orecchie, naso, addome, zone oculari.

Quindi anche i cani con molto pelo e sottopelo meritano la giusta prevenzione al pari dei propri simili meno pelosi.


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L’ arrivo di un gattino in casa: quali sono le cose da fare?

Decidere di adottare un gattino è una scelta che comporta un impegno costante verso questo nuovo esserino che diventerà parte integrante della nostra famiglia.

Se si tratta di una cosa prevista e si intende acquistare un gattino che viene regolarmente allattato dalla madre, sarebbe meglio portarlo a casa quando il periodo dell’ allattamento è terminato e il piccolo può iniziare lo svezzamento.

Ma spesso capita, passeggiando per strada, di imbattersi in cucciolate di gattini orfani opppure la cui mamma non dispone di latte a sufficienza per nutrire tutti i suoi piccoli. Se ci inteneriamo e pensiamo di portare via con noi uno di quei gattini dobbiamo mettere in conto che dovremo sopperire alla mancanza materna e agire come se fossimo noi la gatta.

Per prima cosa sarà utile osservare attentamente tutto il corpo del micino per vedere se ci sono anomalie come, ad esempio, delle chiazze senza pelo, secrezioni dagli occhi, dal naso o dalle orecchie e, comunque, decidere di farlo visitare da un Veterinario per scongiurare la presenza di eventuali malattie. Spesso i gatti abbandonati sono deperiti e, quindi, più soggetti di altri a determinate patologie come micosi e parassitosi.

In natura mamma gatta massaggia con la lingua i propri piccoli sul ventre per aiutarli a defecare ed urinare, quindi sarà opportuno fare lo stesso con un batuffolino inumidito con acqua tiepida, e, dopo pulirli sotto la coda, con lo stesso metodo.

Poichè i gattini fino a 4 settimane di età non sono in grado di regolare la temperatura corporea, occorrerà tenerli in un posto confortevole e caldo, per mantenere una temperatura di 30-32 °C nella prima settimana fino ad arrivare gradualmente a 24°C nella terza settimana. Un buon metodo è quello di tenere nella cuccetta dove dorme una borsa dell’ acqua calda ricoperta da uno straccio di lana.

Ovviamente bisognerà evitare al gattino qualsiasi sbalzo di temperatura repentino. Ricordiamoci sempre che un gattino che non riceve il latte materno che è ricco di colostro è più debole dal punto di vista immunitario e quindi necessita di maggior  riguardo.

Se il micio trovato è di pochi giorni sarebbe meglio affidarlo ad una gatta balia, che stia, cioè, già allattando la propria cucciolata. Ma non è molto facile da trovare, quindi in mancanza  sarà necessario allattarlo artificialmente.

Un gatto sano nelle prime 2-3 settimane di vita deve solo dormire e mangiare. Il miglior latte artificiale è quello in polvere specifico per gattini, che si compra in farmacia o nei negozi per animali. In alternativa, ma solo per brevi periodi, si può utilizzare quello in polvere per bambini.

In entrambi i casi, il latte dovrà essere riscaldato ad una temperatura di 38°C e somministrato al gattino tramite un contagocce, una siringa (senza ago!!!) o meglio ancora un biberon apposito.

Il metodo migliore è quello di prendere delicatamente il gattino dalla collottola (cercate di spostarlo sempre in questo modo perchè è così che farebbe la mamma e lui si sentirà al sicuro), avvicinandolo alla tettarella e facendo fuoriuscire una goccia di latte, a quel punto il piccolo inizierà a succhiare e a muovere le zampette come se stesse nuotando…e voi vi innamorerete del vostro cucciolo!

Le dosi sono di circa 13 ml. ogni 100 gr. di peso corporeo nella prima settimana, 17 ml. nella seconda settimana, 20 ml. nella terza e 22 ml. nella quarta settimana, da ripartire in 4 o 5 pasti al giorno. Un gattino sano aumenta di peso in questa fase da 50 a 100 gr. a settimana.

Se il micio dovesse piangere continuamente e diventare apatico o irrequieto vuol dire che non riceve latte a sufficienza oppure ha freddo. Al contrario se il gattino riceve troppo latte presenterà diarrea: dopo il pasto il pancino deve essere un pò gonfio ma non sovradisteso.

Dalla quarta settimana di vita è possibile iniziare lo svezzamento del piccolo, sostituendo progressivamente il latte con del cibo solido, secco o umido, per gattini in crescita. La giusta miscela sarà formata da 1 parte di cibo secco e 3 parti di latte, oppure 2 parti di cibo umido e 1 parte di latte.

Ovviamente il gattino che fino a quel momento ha ingerito solo latte, dovrà essere incoraggiato al nuovo alimento; ciò può essere fatto spalmando una piccola quantità sulle sue labbra oppure mettendogli in bocca un dito con del  cibo sopra. Non appena avvertiranno il buon sapore della nuova pappa vi ringrazieranno tutti felici.

I micetti sono molto golosi quindi non fatevi ingannare dalla loro scenette da mici affamati. Piano piano la parte in latte potrà essere abolita del tutto e si potrà continuare con il solo cibo umido e secco fino alla fine dello svezzamento che terminerà intorno alle 6-8 settimane.

Fino all’ età di nove mesi è consilgiato continuare con i cibi specifici per gattini , dal momento che il cibo per gatti adulti ha una formulazione diversa, soprattutto per quel che riguarda il contenuto di proteine, calcio e fosforo.

Finito lo svezzamento, quindi circa a 9 settimane di vita, arriverà il momento di vaccinare il vostro gattino contro le malattie virali come l’ influenza felina e la gastroenterite infettiva (panleucopenia). Il vaccino andrà ripetuto con un secondo richiamo a distanza di un mese.

La vaccinazione per la leucemia felina (FELV) può essere eseguita in concomitanza del primo vaccino o in un secondo momento, ma di solito viene praticata a quei gatti che escono di casa oppure frequentano sale da toelettatura. E’  necessario prima di questo vaccino eseguire un test del sangue che escluda la positività alla malattia , altrimenti risulterebbe inutile farlo.

Per quanto riguarda la vaccinazione contro la rabbia si rende indispensabile solo se il gatto viaggia molto con il proprietario, soprattutto in alcuni Paesi esteri.

Ultimo passo da affrontare sempre dal Veterinario è la sverminazione del gatto cucciolo, ossia l’ eliminazione di vermi quali la tenia, gli ascaridi, i coccidi e gli anchilostomi, dal tratto gastroenterico… ma niente paura, di questo vi parlerà sicuramente il Veterinario alla prima visita di controllo e comunque consiste solo nel somministrare una pomata vermifuga.

Una volta affrontati tutti questi step potrete godervi il vostro micetto in tutta tranquillità e tenete ben presente che crescono molto più in fretta dei bambini!!!




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