La solitudine e la Sindrome da separazione nel cane.

solitudine cane

Per un animale socievole come il cane la solitudine è estremamente perturbante e può anche divenire patogena se combinata ad alcune condizioni ambientali.

Quando ciò avviene il cane che ne soffre può essere colpito dalla cosiddetta sindrome da separazione, che si sviluppa attraverso tre diverse fasi.

La fase reattiva è la prima e non corrisponde in realtà ad un vero e proprio stato patologico. Lasciato in solitudine il cane manifesterà la propria angoscia abbaiando, grattando oppure mordendo la porta di casa.

Questi comportamenti con cui l’ animale cerca di modificare l’ ambiente per lui “ostile” non cambiano la sua situazione, che anzi può anche peggiorare in caso di punizione al ritorno dei proprietari.

La fase reattiva lascia rapidamente il posto a quella ansiosa. I ripetuti insuccessi dei suoi tentativi di fuga indeboliscono l’ equilibrio emotivo del cane che viene allora a trovarsi in uno stato di paura.

Tale paura patologica che definisce l’ ansietà, può esprimersi in due modi: possono aumentare i danni provocati dal cane estendendosi dalla sola porta a tutta la casa; oppure possono verificarsi perdite di urina o diarrea. In questo ultimo caso il cane a volte può, allo scopo di attutire la tensione, mettersi a leccare o mordicchiare insistentemente parti del suo corpo, cadere nella bulimia (saccheggiando ad esempio la pattumiera), o nella dipsomania (grande ingestione di acqua), che ovviamente provoca un aumento dell’ emissione di urina.

Nello stato ansioso il cane subisce una alterazione delle funzioni cognitive e la sua capacità di elaborare le informazioni dell’ ambiente circostante risulta falsata. Soltanto una cura adatta potrà riportarlo a condizioni normali.

Spesso però la situazione viene trascurata dal proprietario e il cane passa dallo stato ansioso a quello depressivo. Durante questa fase l’ animale è affetto da una vera e propria depressione detta da “involuzione“. Si tratta di cani, in genere di 7 – 8 anni di età, che hanno sofferto di ansia da separazione senza essere stati curati.

Il quadro clinico è tipico e caratterizzato da una totale indifferenza del cane a ciò che lo circonda, si rifiuta di uscire, geme per ore e perde tutti i comportamenti appresi in giovane età, così come la padronanza sfinterica. Orina e defeca su se stesso durante la notte e soffre di insonnia. Inoltre riprende abitudini di esplorazione orale che lo portano ad ingerire di tutto.

Il trattamento di tutte queste fasi associa una terapia farmacologica ad una terapia comportamentale. La prima fa ricorso a farmaci psicotropi, neurolettici, ansiolitici e antidepressivi, in funzione dello stato emotivo del cane.

Per la terapia comportamentale è bene evitare il fai da te, libro alla mano, ma affidarsi ad uno specialista in grado di fornirvi consigli personalizzati in base alle vostre abitudini ed al carattere del vostro cane.

In ogni caso ogni proprietario dovrà munirsi di santa pazienza e buon polso.

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