La affezioni della retina nel cane e nel gatto.

lesioni occhio gatto

Le principali affezioni della retina sono rappresentate dalle lesioni vascolari, dalle atrofie retiniche e dai distacchi.

Le lesioni vascolari sono abbastanza frequenti in cani e gatti, riguardano principalmente i vasi coroidei e provocano delle reticolazioni di piroplasmositoxoplasmosi. La loro diagnosi si fonda su un meticoloso esame del fondo dell’ occhio.

Le atrofie retiniche sono caratterizzate dalla scomparsa o dalla assenza di una parte della struttura retinica,generalmente i fotorecettori. Si manifesta sotto forma di insufficienza visiva più o meno marcata. Diversi agenti chimici sono dannosi per la retina come ad esempio la chinina, la clorochina, l’ etanbutolo, ma le principali atrofie hanno una natura ereditaria, tra le quali la più importante è l’ atrofia retinica progressiva.

L’ atrofia retinica progressiva (ARP) si presenta con una diminuzione progressiva della visione crepuscolare (emeralopia): tale atrofia procede dalla periferia verso il centro della retina, con la scomparsa dapprima dei bastoncelli e successivamente dei coni.

L’ esame oculare evidenzia midriasi (dilatazione della pupilla) con riflessi pupillari lenti, il fondo dell’ occhio è iperriflettente. Per una diagnosi più accurata si può ricorrere, solo in centri specializzati, alla elettroretinografia, che consente di verificare l’ integrità retinica stimolando ogni occhio con tre colori differenti: il bianco per stimolare coni e bastoncelli; il blu per stimolare solo i bastoncelli ed il rosso, che influisce sui coni.

I distacchi di retina consistono nello scollamento dei due epiteli: privato dell’ epitelio pigmentato, l’ epitelio neurosensoriale perde ogni capacità. La perdita della vista avviene improvvisamente ed il fondo dell’ occhio appare sfocato.

La prognosi del distacco di retina è maggiormente grave se associato ad una lacerazione perché l’ epitelio neurosensoriale, una volta lesionato, si atrofizza rapidamente.

Il trattamento varia in base alla gravità del distacco di retina, partendo dal solo riposo in casi più lievi, fino ad arrivare alla chirurgia in quelli più gravi. Il trattamento farmacologico prevede l’ utilizzo di diuretici ed antinfiammatori.




Anatomia del cane e del gatto: la retina.

occhio del gatto

 

La retina è una struttura dell’ occhio di cani e gatti che permette di trasformare le informazioni luminose in stimoli nervosi e di trasmetterli ai centri nervosi.

Si compone esternamente di un epitelio pigmentato ed internamente di un  epitelio sensoriale.

La retina sensoriale è composta da tre strati di neuroni: i fotorecettori, più esterni, le cellule bipolari nel mezzo, e le  cellule multipolari, più interne. Le cellule fotorecettrici, coni e bastoncelli, costituiscono lo strato nobile.

Nei coni sono presenti quattro diversi fotopigmenti, che hanno un picco di assorbimento per le lunghezze d’onda corrispondenti al blu, verde, rosso e ultravioletto e quindi rappresentano le cellule della visione a colori, mentre nei bastoncelli è presente un unico pigmento, la rodopsina, costituito da opsina (una glicoproteina) e retinale ( un’aldeide della vitamina A): essi hanno il compito di percepire i contrasti e l’ intensità luminosa, consentendo così la visione crepuscolare e notturna.

I coni sono più numerosi nella retina centrale, mentre i bastoncelli prevalgono nella retina periferica.

Ogni fotorecettore, sia cono o bastoncello, funziona allo stesso modo: quando la luce penetra nell’ occhio, impressiona i pigmenti che subiscono un degrado chimico, producendo dei neuromediatori, i quali, grazie ai neuroni multipolari e bipolari, trasmettono l’ informazione luminosa ai centri nervosi. Ad ogni segnale generato da un punto della retina corrisponde un punto della corteccia (retinotopia). I pigmenti sono rigenerati nell’ oscurità.

La retina sensoriale è sprovvista di vascolarizzazione, quindi il suo funzionamento è garantito tramite l’ apporto “nutritivo” della retina pigmentata e del corpo vitreo.

L’ epitelio pigmentato ha una funzione di schermo protettivo e un compito metabolico, ossia di nutrire l’ epitelio sensoriale. Inoltre assicura la sintesi dei pigmenti delle cellule fotorecettrici.

Il sistema vascolare della retina è composto da quattro arterie che partono dalla papilla ottica e da un reticolo venoso satellite.

Le principali lesioni che possono colpire la retina di cani e gatti sono le affezioni vascolari, soprattutto a carico dei vasi coroidei, le atrofie retiniche e i distacchi.




Le patologie muscolari che possono affliggere cani e gatti

miastenia cane

Prima di affrontare le patologie che possono affliggere l’ apparato muscolare di cani e gatti è utile soffermarsi sul meccanismo della contrazione muscolare.

La contrazione muscolare si effettua in risposta ad una reazione che consuma energia sotto forma di adenosino-trifosfato (ATP) e che può effettuarsi solo in presenza di calcio e di magnesio. La contrazione ed il rilassamento sono dovuti allo scivolamento di filamenti di actina e di miosina. Piccole sporgenze sulle fibre di miosina, chiamate testa di miosina, permettono l’ adesione alla actina durante la contrazione.

L’ ATP, carburante della contrazione muscolare, è prodotto da l’ acido adenosinodifosforico e dal glucosio. La ricostruzione delle riserve di ATP è accompagnata dalla produzione di acido lattico, il cui accumulo nel muscolo dà origine al crampo.

Lo studio della attività elettrica del muscolo può essere effettuato tramite un esame chiamato elettromiografia, ossia l’ equivalente dell’ elettrocardiogramma che viene eseguito per studiare le conduzioni del cuore.

Quando un muscolo non ha un funzionamento regolare, cani e gatti possono andare incontro ad una riduzione del tono muscolare chiamata atrofia muscolare: la paralisi di un nervo interrompe la sollecitazione del muscolo che de esso dipende, causando una atrofia.

A volte l’ atrofia muscolare può essere anche la conseguenza di malattie sistemiche come la Leishmaniosi (atrofia muscoli temporali) o la Sindrome di Cushing (atrofia muscoli addominali).

L’ atrofia può comparire transitoriamente anche a causa di una immobilizzazione prolungata dovuta ad una frattura o un intervento chirurgico. In questo caso una appropriata riabilitazione motoria  può riportare il muscolo interessato alla normalità.

Le principali patologie che possono affliggere i muscoli di cani e gatti sono le miositi, le miopatie da fatica e le miopatie ereditarie.

Le miositi sono infiammazioni delle fibre muscolari, il più delle volte localizzate. La loro origine può assere traumatica, parassitaria, infettiva o immunologica. Alla palpazione il muscolo colpito risulta caldo, dolorante ed incapace di contrarsi.

Abbastanza nota è la miosite dei muscoli masticatori, che spesso colpisce il Pastore Tedesco e che rende il cane incapace di ingerire alimenti. Nei casi più gravi il Veterinario è costretto ad eseguire un’ esofagostomia per introdurre una sonda alimentare, fino al recupero della tonicità muscolare da parte dell’ animale.

Quando la miosite colpisce diversi gruppi muscolari si parla di polimiosite idiopatica, che si presenta con difficoltà locomotorie e facile affaticabilità. La diagnosi esatta può essere fatta, oltre che con la  visita clinica, anche con il contributo di una biopsia muscolare.

Le miopatie da fatica sono rappresentate dalla comparsa di crampi e contratture, dovute ad un accumulo di acido lattico, prodotto in eccesso durante uno sforzo importante e prolungato, compiuto dall’ animale senza un appropriato allenamento.

La rigidezza e la tumefazione delle masse muscolari affette da miopatia da fatica possono essere associate ad una mioglobinuria (colorazione delle urine rosso scuro/bruno) dovuta alla distruzione delle fibre muscolari: in questo caso si parla rabdomiolisi. Questa patologia è frequente nel Greyhound.

Le miopatie ereditarie sono infezioni muscolari che colpiscono essenzialmente la giunzione neuromuscolare. La miastenia, che colpice maggiormente i cani di grande taglia, è dovuta al blocco delle sinapsi: il neuromediatore liberato non viene captato a livello postsinaptico e la contrazione muscolare è dunque impossibile.

La malattia è caratterizzata da eccessiva stanchezza, che aumenta con lo sforzo e diminuisce con il riposo. Le masse muscolari più colpite sono quelle relative alla locomozione e quelle dell’ apparato digerente, tanto che la patologia è spesso associata a megaesofago, dovuto al rilassamento della muscolatura dell’ esofago.

Alcune patologie sistemiche possono avere ripercussioni sul giunto neuromuscolare, inducendo così una miastenia. Una di queste è il botulismo, la cui tossina si fissa sui recettori presinaptici, bloccando la liberazione del neuromediatore. Stessa cosa può accadere quando una zecca punge un cane, liberando una neurotossina la cui azione è simile a quella della tossina botulinica, causando quella che viene chiamata la paralisi da zecca.

La patologia dell’ anca nel cane.

anatomia cane

 

Le lesioni dell’ anca nel cane possono essere suddivise in due grandi categorie:

  • traumatiche: lussazioni coxofemorali  e fratture del collo e della testa del femore;
  • non traumatiche: displasia, artrosi primitiva, necrosi asettica ed epifisiolisi.

Nel caso di lesioni traumatiche la diagnosi viene raggiunta tramite esame clinico del cane e con l ‘esecuzione di esame radiografico della articolazione interessata, spesso eseguito in sedazione o anestesia generale.

Il trattamento delle lesioni traumatiche può essere indirizzato all’ intervento chirurgico o alla immobilizzazione dell’ arto, come avviene, per esempio, in caso di lussazione dell’ anca dopo aver riposizionato il femore all’ interno della cavità acetabolare.

Le lesioni non traumatiche sono rappresentate, nella maggior parte dei casi, dalla dispalsia dell’ anca (o coxofemorale). La displasia è una affezione ereditaria caratterizzata dallo sviluppo anormale della articolazione coxofemorale, colpendo in particolare la cavità acetabolare e la testa del femore e creando una “cattiva congruenza” tra le due strutture: la cavità acetabolare non contiene perfettamente o pochissimo, a seconda del grado di displasia, la testa del femore che dovrebbe alloggiare al suo interno.

La displasia dell’ anca è frequente nel Pastore Tedesco ed in altre razze di taglia grande, si presenta già dal primo anno di vita con una artrosi anca canealterazione della andatura, in principio non accompagnata da dolore. In realtà essa, essendo una patologia ereditaria, è presente sin dai primi mesi di vita, ed è per questo che spesso viene diagnosticata in via preventiva, ossia prima della comparsa dei sintomi, nelle razze predisposte, effettuando delle radiografie quando il cane ha all’ incirca sei mesi di età.

Inoltre, per quei cani destinati alla riproduzione l’ attestato medico di esenzione da tale patologia è una documentazione fondamentale per procedere all’ accoppiamento.

Con il passare degli anni  la displasia dell’ anca tende ad aggravarsi con la comparsa di una crescente artrosi articolare accompagnata da un più o meno forte dolore, che con l’ avanzare dell’ età del cane si può tradurre in una vera e propria difficoltà deambulatoria, a volte anche grave.

Il trattamento della displasia dell’ anca è, il più delle volte, chirurgico, nel primo anno di vita. In alcuni casi è possibile rallentare la degenerazione articolare e la debolezza muscolare che ne deriva, con dei trattamenti fisioterapici e riabilitativi.

L’ artrosi primitiva dell’ anca è la manifestazione locale di un problema più generale, caratterizzato da una degenerazione della cartilagine articolare, non dovuta ad un problema strutturale della articolazione, ma piuttosto ad una patologia sottostante di origine sistemica. Il trattamento in questi casi è medico volto alla cura della sintomatologia infiammatoria e dolorosa, ed in alcuni casi di forte degenerazione può essere intrapresa la via chirurgica con l’ impianto di una protesi d’ anca o l’ asportazione della testa del femore.

La necrosi asettica della testa del femore è una anomalia della testa e del collo del femore che colpisce i cuccioli di cane di piccola taglia, in particolar modo i terrier. Si presenta generalmente in modo unilaterale e i cani che ne sono affetti presentano una claudicazione dal lato dell’ arto leso. La manipolazione dell’ anca scatena un forte dolore, ma anche il solo camminare può essere fonte di dolore intenso. La diagnosi è radiografica e il trattamento consiste nella asportazione della testa del femore. In alcuni casi si può assistere ad una remissione spontanea della patologia superato il primo anno di vita del cane.

L’ epifisiolisi è una rara lesione che compare nei cani ancora in fase di accrescimento. La lesione è spesso unilaterale ed è caratterizzata da uno scorrimento della testa femorale verso il basso, a causa della disgiunzione della cartilagine di accrescimento. Da ciò risulta un appiattimento della testa del femore e del cotile a causa della mal distribuzione delle pressioni intrarticolari. Inizialmente tale lesione provoca non molto dolore nel cucciolo finchè non vi è la comparsa di lesioni artrosiche secondarie.

Anche in questo caso il trattamento è chirurgico (asportazione della testa del femore), salvo rari casi di diagnosi molto precoce in cui è possibile provare un trattamento medico.




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