La piometra in cagne e gatte, una malattia tutta al femminile.

infezione utero

 

La piometra è una patologia causata dalla degenerazione del tessuto uterino che provoca un accumulo di pus nella cavità dell’ utero di cagne e gatte, in special modo quelle comprese tra i 6 e gli 8 anni di età.

Si tratta di una patologia subdola che, se non curata prontamente ed adeguatamente, può complicarsi in una insufficienza renale in molti casi mortale.

Nonostante la piometra colpisca, come già detto cagne e gatte non sterilizzate tra i 6 e gli 8 anni di età, senza distinzione di razza, essa è stata riscontrata, in alcuni casi, anche in animali più giovani sottoposti a  terapie ormonali finalizzate ad evitare gravidanze indesiderate.

Le cause dell’ insorgenza di questa malattia sono essenzialmente tre: una, ma non la più frequente, la abbiamo appena specificata ed è relativa alle terapie ormonali.

La causa principale di piometra è la stimolazione ripetuta dell’ utero da parte del progesterone nel corso di più cicli estrali in successione, che provoca  ipertrofia ghiandolare (tessuto uterino più edematoso ed ispessito) ed  aumento delle secrezioni dell’ endometrio (mucosa che riveste l’interno dell’ utero). Il problema è legato al fatto che queste eccessive secrezioni si accumulano nell’ utero della cagna o della gatta e vanno a costituire un terreno ideale per la proliferazione batterica.

Un’ altra possibilità di infezione uterina proviene invece dall’ esterno: in questo caso le infezioni batteriche secondarie possono riguardare la vagina e risalire verso l’ interno tramite il collo dell’ utero o cervice uterina. Di solito il batterio responsabile di tale infezione è l’ Escherichia Coli.

La diagnosi e la prognosi della patologia differiscono a seconda che si tratti di una piometra aperta o chiusa.

La prima è caratterizzata dalla presenza di uno scolo vulvare purulento e, a volte, emorragico che si verifica nel periodo compreso tra le 4 e le 8 settimane dall’ estro. In questa situazione il quadro clinico non appare poi così drammatico per il fatto che il proprietario si accorge in tempi brevi dello scolo e la diagnosi viene, così, fatta abbastanza presto, o, comunque, prima di un coinvolgimento sistemico della infezione.

Se la cagna o la gatta sono invece affette da una piometra chiusa, senza scolo vaginale, la situazione si complica un pochino perché per il proprietario diventa più difficile rendersi conto del malessere del proprio animale, che viene, dunque, condotto dal veterinario quando sono ormai subentrati i sintomi più gravi della malattia.

Tali sintomi comprendono letargia, depressione, inappetenza, aumento dell’ urinazione (poliuria), aumento della sete (polidipsia), disidratazione, ipertermia, sovradistensione addominale (dovuta all’ ingrossamento delle pareti dell’ utero) vomito, dissenteria, finanche ad arrivare al coma.

Da ciò ne deriva che la prognosi della piometra dipende molto dalla abilità del proprietario di riconoscere lo stato di malessere de proprio animale.

Una volta arrivati dal veterinario l’ iter diagnostico comprende, in primis, una visita generale ed una palpazione dell’ addome, poi analisi del sangue e delle urine, talvolta esame radiografico dell’ addome, ed, assolutamente, esame ecografico dell’ addome.

Le analisi del sangue evidenziano generalmente un aumento dei leucociti, a causa della infezione in atto, una riduzione dei globuli rossi (anemia non rigenerativa), un aumento delle proteine plasmatiche per via della disidratazione, e delle globuline, in seguito allo stimolo antigenico del sistema immunitario.

Può essere riscontrato inoltre un aumento della azotemia, in soggetti disidratati e, in caso di intervenuta setticemia, un aumento dei livelli degli enzimi epatici, quali ALT e fosfatasi alcalina.

Nelle urine si evidenzia spesso una diminuzione del peso specifico, proteinuria e batteriuria (presenza di batteri), sostenuta da Escherichia Coli, come già accennato.

La radiografia e l’ ecografia evidenzieranno l’ ingrossamento delle pareti dell’ utero e la presenza di liquido purulento all’ interno della cavità uterina.

In presenza di una diagnosi di piometra la prima azione da intraprendere è una terapia fluida endovenosa e una terapia antibiotica ad ampio spettro per contrastare la tossiemia e l’ infezione.

Una volta ripristinati i deficit di liquidi, occorre valutare la possibilità o meno di rimuovere chirurgicamente ovaio ed utero (ovarioisterectomia), che resta comunque la terapia di elezione.

In caso di cagne o gatte destinate alla riproduzione, o in soggetti anziani o debilitati per cui una anestesia generale o un intervento chirurgico metterebbero a serio rischio la sopravvivenza, può essere intrapresa la terapia antiprogestinica.

Gli antiprogestinici, avendo una elevata affinità per i recettori uterini per il progesterone senza determinare effetti ormonali indesiderati, competono con il progesterone stesso provocando, anche in caso di piometra chiusa, l’ apertura della cervice nelle 24/48 ore successive alla somministrazione, consentendo, così, lo scolo vaginale purulento.

Gli animali sottoposti a questo trattamento iniziano a stare meglio già dopo un solo giorno dall’ inizio della terapia.

Tale terapia viene a volte intrapresa anche in caso di intervento chirurgico per renderlo più agevole e ridurre al minimo il rischio di rottura dell’ utero.

Purtroppo lo svantaggio di tale trattamento consiste nelle recidive di piometra che possono verificarsi nei calori successivi della cagna o della gatta, quindi la terapia che va prediletta, nel caso in cui non vi siano controindicazioni, è sempre quella chirurgica.

Il consiglio che i medici veterinari rivolgono a tutti i proprietari di cagne e gatte è quello di far sterilizzare il proprio animale, anche precedentemente al primo calore, per evitare di incorrere in patologie potenzialmente mortali come la piometra o i tumori mammari ed uterini.

Iscriviti

Ricevi al tuo indirizzo email tutti i nuovi post del sito.

Segui assieme ad altri 74 follower

Crea un sito Web con WordPress.com
%d blogger cliccano Mi Piace per questo: