Viaggiare con il cane: quali documenti portare con sé.

Passaporto cani

Quando si programma un viaggio e si prevede di partire con il proprio cane, è bene organizzarsi per tempo, in modo da poter adempiere a tutti gli obblighi previsti dalla regolamentazione sanitaria.

I documenti da mettere in valigia variano a seconda della Nazione o della Regione Italiana nella quale ci si voglia recare, ma sono essenzialmente quattro:

  • il libretto delle vaccinazioni, che deve essere compilato da un medico veterinario, sul quale sono annotati i dati del proprietario, i dati dell’ animale e le vaccinazioni, con le date in cui esse sono state effettuate;
  • il certificato di buona salute, sul quale viene dichiarato , sempre da un medico veterinario, lo stato di buona salute dell’ animale;
  • il certificato di vaccinazione antirabbica, rilasciato dal Servizio Sanitario della Asl, che attesta l’ avvenuta vaccinazione contro la rabbia;
  • il certificato internazionale di origine e sanità per l’ espatrio, che viene rilasciato dal Servizio Veterinario della ASl ed attesta la provenienza dell’ animale, il suo stato di salute, le vaccinazioni obbligatorie a cui è stato sottoposto: la sua validità è di 30 giorni, ma può essere rinnovato anche all’ estero, ed è indispensabile per rientrare in Italia.

In alcuni Paesi ci sono leggi molto severe che prevedono che il cane venga messo in quarantena in una struttura sanitaria, lontano dal proprio padrone, anche per lunghi periodi. Occorre quindi informarsi, prima di partire, al consolato o al servizio sanitario.

Per recarsi in alcuni Stati, o, anche in Sardegna, è obbligatorio sottoporre il cane a vaccinazione antirabbica un mese prima della partenza.

Per viaggiare in Europa, negli Usa o in Canada è indispensabile il Certificato Internazionale di origine e sanità che,come già detto, ha validità di 30 giorni, ma non ovunque:  per esempio in Brasile ha una durata di soli 5 giorni.

Indipendentemente dalle norme vigenti, ovunque ci si rechi, sarebbe opportuno proteggere il proprio cane dalla potenziale aggressione di agenti patogeni nuovi presenti in zone geografiche diverse.

In Sardegna è molto diffuso l’ echinococco, un particolare tipo di tenia, quindi è importante fare attenzione a somministrare al cane solamente carni ben cotte e fargli un controllo delle feci non appena rientrati dalle vacanze.

In tutto il Bacino del Mediterraneo il pericolo è rappresentato dal Pappatacio, veicolo della Leishmaniosi, quindi è preferibile non far dormire il cane all’ aperto di notte e proteggerlo con appositi antiparassitari.

Nel Nord Italia, e comunque nei territori umidi e pianeggianti, come la Pianura Padana, occorre proteggere il cane dalla Filariosi cardiopolmonare somministrandogli preventivamente dei farmaci specifici.

Un discorso a parte è riservato a tutti coloro che intendono viaggiare verso il Regno Unito o trasferirsi lì in pianta stabile.

Il Governo Britannico ha, infatti, attuato una revisione delle leggi che regolano la quarantena in Gran Bretagna.

Ai sensi della nuova normativa, gli animali domestici potranno viaggiare liberamente tra gli Stati Membri dell’ Unione Europea e la Gran Bretagna, senza più essere sottoposti alla quarantena di sei mesi, se accompagnati dalla certificazione sanitaria amministrativa che attesti :

  1. la provenienza da uno dei Paesi firmatari, nei quali è compresa l’ Italia;
  2. la vaccinazione contro la rabbia;
  3. il trattamento antiparassitario;
  4. l’ identificazione tramite un microchip

Questo nuovo sistema prende il nome di Pet Travel Scheme (PETS)

Nel caso di cani per l’ accompagnamento di non vedenti sono previste delle facilitazioni, ma, sebbene si tratti di animali accettati ovunque, è preferibile segnalarne la presenza al momento della prenotazione del viaggio.


CANI

La nuova Normativa Europea per l’ espatrio di cani, gatti e furetti.

viaggiare con Fido e Micio

Per uscire dai confini italiani e viaggiare in Europa con i propri cani, gatti e furetti è obbligatorio seguire determinate procedure.

Innanzitutto l’ animale deve necessariamente essere iscritto all’ anagrafe, come del resto richiede  la legge. Tale iscrizione viene effettuata sulla base di un codice identificativo contenuto all’ interno del Microchip che il Veterinario avrà precedentemente applicato al cane o gatto.

Occorre poi vaccinare il proprio animale contro la rabbia, almeno un mese prima della partenza, e mettersi in viaggio con la certificazione di un medico veterinario.

Se il cane è già stato precedentemente vaccinato ricordate sempre di controllare la scadenza perché la vaccinazione antirabbica ha validità per un anno.

L’ ultimo step è la richiesta del rilascio del passaporto, pratica che richiede un certo periodo di tempo, quindi è importante muoversi con un bel po’ di anticipo.

Secondo la recente Normativa Europea approvata dal Parlamento, il passaporto dovrà essere rilasciato da un veterinario abilitato e dovrà specificare il codice del microchip, i dettagli della vaccinazione antirabbica e le informazioni sulla salute dell’ animale.

Senza questi requisiti l’ animale potrebbe venire bloccato e non essergli consentito di passare la frontiera.

Al fine di combattere il commercio speculativo o illegale di animali, la nuova Normativa prevede la possibilità di oltrepassare i confini nazionali con non più di cinque  animali, ma con alcune eccezioni, se essi  sono in viaggio per partecipare a concorsi, competizioni sportive o altri eventi, opportunamente documentati.

Una deroga alla Normativa sulla vaccinazione antirabbica è prevista per i cuccioli di età compresa tra le 12 e le 16 settimane, in ragione del fatto che la somministrazione di vaccini nei primi tre mesi di vita  creano un conflitto con gli anticorpi materni, risultando quindi inefficaci.

In caso di partenza urgente del proprietario, per cause di forza maggiore, deve essere concesso il “nulla osta” all’ ingresso dell’ animale, previa richiesta anticipata di un permesso, rilasciato dallo Stato Membro di destinazione.

Questa Normativa entrerà in vigore probabilmente nei primi mesi del 2015, fino a quel momento si farà riferimento alle norme attuali, secondo le quali per il trasferimento in un Paese della Comunità Europea è sufficiente la vaccinazione antirabbica registrata sul passaporto, che si può richiedere presso la Usl di competenza.

Per il Regno Unito, la Svezia e i Paesi Extra-Comunitari la normativa è differente; è quindi consigliabile informarsi sulla documentazione da produrre presso il consolato del Paese stesso, prima di partire.



Il microchip, non solo un obbligo di legge!

microchip riconoscimento cane gatto

Oltre ad essere un obbligo di legge, per il quale è prevista una multa in caso di non rispetto, il microchip è in realtà uno strumento necessario e molto utile per cani e gatti perché ne consente la loro identificazione e quella del proprietario.

In effetti, può essere considerato una vera e propria investitura ufficiale di appartenenza ad una determinata famiglia.

La normativa in vigore prevede l’ applicazione del microchip e l’ iscrizione all’ Anagrafe Canina Regionale entro 60 giorni dalla nascita del cucciolo, o comunque entro tale termine dalla adozione del cane.

Il microchip può essere impiantato, oltre che su cani e gatti, anche su furetti e conigli.

Nel caso in cui acquistiate il vostro cucciolo, sarebbe opportuno assicurarvi che il venditore abbia già provveduto all’ applicazione del microchip ed alla regolare iscrizione all’ Anagrafe Canina.

Se invece avete adottato un cane o un gatto che ne è sprovvisto è possibile recarsi dal proprio veterinario di fiducia muniti dell’ attestazione di pagamento del bollettino postale, intestato alla Asl di appartenenza, della cifra di 8 Euro, di un documento di riconoscimento e del codice fiscale.

Alcune strutture veterinarie si occupano anche del pagamento del bollettino dietro modesto compenso per il servizio offerto.

L’ applicazione del microchip è veramente semplice e consiste in una iniezione sottocutanea, praticata per convenzione all’ altezza della spalla sinistra, tramite la quale si inserisce un piccolo dispositivo della lunghezza di 11 mm per 2 mm di larghezza.

A fronte di tanta semplicità è possibile trarre molteplici vantaggi dal microchip, che, infatti, consente una immediata identificazione dell’ animale e del suo padrone in caso di smarrimento o fuga spontanea.

Inoltre questo metodo identificativo rappresenta di sicuro un forte deterrente ai furti, in quanto un cane che ne è provvisto è difficilmente rivendibile.

A differenza del vecchio tatuaggio, che veniva praticato sulla coscia dell’ animale allo stesso scopo, il microchip non perde, con il passare del tempo, la sua leggibilità e diversamente dalla medaglietta di riconoscimento non può essere perduto.

Io mi spingerei oltre, proponendo ai costruttori del microchip un sistema GPS in grado di rilevare la posizione dell’ animale, in caso di smarrimento o furto: in questo modo potremmo davvero passeggiare tranquilli, negli spazi appositamente adibiti, con il nostro cane libero di correre senza guinzaglio.

L’ unica cosa alla quale occorre porre particolare attenzione è quella di ricordarsi di comunicare alla Asl eventuali cambi di residenza o trasferimenti di proprietà, al fine di consentire l’ aggiornamento costante dei dati dell’ animale.



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