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Riflettori su Veronica Brambille, partner ideale per chi ha un animale
L’amica di cani e gatti
01/09/2012– Tutto è cominciato grazie alla mia irrefrenabile mania collezionistica, che mi porta a “raccattare” un pò di tutto: dai cappelli ai vestiti vintage (che stipo negli armadi), dai libri d’epoca ai bigliettini da visita, che accumulo meticolosamente nelle varie taschine del mio portafoglio, fino a farlo quasi scoppiare. Ecco, proprio uno di questi cartoncini, raccolto in un negozio per animali di Via Lungomare di Tor San Lorenzo, proprio difronte alla “Piccola Capri”, il centro dove vado in vacanza da oltre 40 anni, è stato per me provvidenziale. “Veronica, Infermiera Veterinaria, terapie infusionali, dog/cat sitter, trasporto piccoli animali”, recita il bigliettino, illustrato da un’accattivante immagine in cui – nella sala d’attesa di un ambulatorio – sono seduti, fianco a fianco, un cane con una zampa fasciata al collo, e un micio rosso con tanto di arto posteriore bendato e stampella per deambulare. Insomma, proprio pochi giorni dopo, il cartoncino mi torna utilissimo per Michi, uno dei miei gatti, malandatuccio per i suoi 16 e passa anni di età. “Devi continuare la terapia di flebo anche quando lo porti al mare”, mi aveva raccomandato il mio veterinario di Roma: ecco che – detto fatto – chiamo Veronica Brambille, una ragazza di 35 anni sportiva ed energica, che, sono certa, saprà risolvere il mio problema.
Lei abita al Lido dei Pini, “copre” tutta la zona di Ardea/Nettuno, e si presenta puntualissima in bicicletta, con la sua borsa di “attrezzi”, con cui – con efficienza e professionalità – inizia la terapia a Michi, il quale, docile come un agnellino, si sottopone alla flebo di buon grado, coccolato dalle sue carezze. E, ogni giorno che passa, e che Veronica torna da me per la cura, mi interesso e mi affeziono a lei, cercando di entrare un po’di più nella sua vita e nella sua professione. “La mia storia come Assistente Veterinaria (che non si può definire un lavoro vero e proprio, perché si tratta più di una profonda passione per gli animali, intesa quest’ultima come la sensazione di essere parte integrante del loro mondo e di vivere in perfetta sintonia con loro), nasce”, spiega la ragazza, “quando Brick, il mio bellissimo pastore tedesco, si è ammalato – parliamo di 16 anni fa – di una rara patologia della spalla”. Dopo una lunga serie di visite ed esami, il cane finalmente arrivò nelle mani del Dott. Daniele Corlazzoli, un ortopedico e neurochirurgo di grande fama, specializzatosi nell’Università di Cambridge, che al tempo lavorava presso la Clinica Veterinaria Gregorio VII di Roma. Individuato il problema di Brick (che fu addirittura discusso in un Congresso Veterinario di Ortopedia),Veronica, non senza imbarazzo, domandò al Dott. Corlazzoli se per caso non gli potesse servire un’apprendista Assistente, per dagli una mano. Alla sua risposta negativa (“Io ne rimasi molto delusa”, confessa Veronica), seguì qualche giorno dopo una bella notizia: il medico, che si stava trasferendo in un’altra struttura, si era ricordato di lei, e la chiamò per fargli da “braccio destro” e affiancarlo durante le visite, ma soprattutto in chirurgia. Così inizia la carriera della volenterosa ragazza (“Ancora ricordo il mio primo drammatico giorno alla clinica ‘Zoospedale Flaminio’, mi trovai ad assistere a un intervento chirurgico molto cruento, e feci fatica a rimanere in piedi”), che si mette a sgobbare sui libri di Veterinaria, in lingua inglese, perché – secondo lei – molte volte le traduzioni sono poco affidabili. La collaborazione con il Dott. Corlazzoli, il suo méntore a tutti gli effetti (e con altri medici a cui, comunque, Veronica è grata per averla aiutata a crescere professionalmente) è proseguita per molti anni, da una Clinica all’altra: “La mia attività si svolgeva prevalentemente in chirurgia durante la settimana, ma nei turni notturni e nei weekend mi occupavo anche della gestione dei pazienti ricoverati e del Pronto Soccorso”, racconta Veronica con un sorriso, spiegandomi che uno degli aspetti più spettacolari del suo lavoro è, ad esempio, la capacità di ripresa di gattini di 1-2 mesi, che arrivavano in ambulatorio in fin di vita, con un trauma cranico o una paraplegia, e dopo una trentina di giorni, con cure e amore, tornavano a zampettare felici e contenti.
Ecco, quello che colpisce di più in questa ragazza è l’approccio diretto che ha con il padrone dell’animale (“Mi tolgo gli occhiali da sole, perché mi piace guardare le persone in faccia”, mi dice sotto casa, in un torrido pomeriggio di agosto in cui è venuta per la terapia), e poi mi spiega che uno dei ruoli dell’Assistente Veterinaria è quello di saper interagire con il proprietario del cane o del gatto, che spesso è spaventato e spaesato, e di cercare di entrare nella sua psicologia, per riuscire a condurlo verso la scelta migliore nell’interesse del paziente. E poi, naturalmente, una brava Assistente Veterinaria deve saper “ascoltare” quello che gli animali le dicono, e “vedere” tramite i loro occhi, quello che loro cercano di comunicarle. “A differenza degli umani e dei bambini, infatti”, mi dice la ragazza, “ gli animali non possono esprimere sensazioni, dolori, sofferenze, non sono in grado di spiegare cosa sta capitando loro, quindi tu sei costretta, inevitabilmente, a interpretare e dedurre tutte le informazioni dai loro comportamenti, per potergli essere utile”.
Non solo. Veronica si interessa, infatti, anche dell’eleganza dei suoi piccoli pazienti: infatti la sera, mi spiega, invece di andare in discoteca o di uscire con i ragazzi, sferruzza per creare cappottini a maglia “personalizzati” e su misura, ma anche cuccette, cuscini, e copertine: “Una la sto facendo per regalarla al suo gatto Michi, che è così magrolino, e che quest’inverno potrà riscaldarsi e pensare a me”.
(Info: Veronica Brambille: [email protected]. Per i cappottini e accessori per cani e gatti: www.universoanimale.it)
Autore: | Lelia Saini Bertelli |
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