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Le zecche responsabili della Piroplasmosi nel cane.

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La Babesiosi, più comunemente chiamata piroplasmosi, viene trasmessa al cane dalle zecche ed è una malattia del sangue dovuta alla Babesia Canis, un protozoo parassita dei globuli rossi che li distrugge per moltiplicarsi. Per questo motivo è associata ad anemia emolitica e può dunque essere mortale per l’ animale che ne è affetto.

Come già detto, l’ agente vettore ed inoculatore del parassita è un acaro, la zecca, che può essere di due specie: la zecca selvatica (Dermacentus reticulatus) che si sviluppa principalmente nei luoghi aperti come campi, pascoli o laghi, e  la zecca domestica (Rhipicephalus sanguineus)che, invece,  si è adattata all’ ambiente umano e colonizza le crepe dei muri, le soffitte, i terreni incolti alle periferie delle città.

Entrambe hanno però come obiettivo comune quello ricercare un luogo adatto per proteggere le proprie uova, larve e ninfe.

Le zecche sono dei parassiti obbligatori e temporanei: obbligatori perché non possono fare a meno dell’ ospite fornitore del sangue necessario al completamento del loro ciclo di sviluppo, dopo l’ impianto nella pelle; temporanei perché, una volta terminato il loro pasto di sangue, gli acari lasciano il loro ospite.

Ogni zecca femmina è in grado di deporre 3000-5000 uova, e, dopo l’ incubazione, queste danno vita a delle larve esapodi (con 3 paia di zampe) che possono svilupparsi solo su un ospite intermedio, un roditore per quella selvatica o un cane per quella domestica.

Dopo un pasto di sangue che può durare da 3 a 6 giorni la larva, sazia, cade e si trasforma in una ninfa octopode (4 paia di zampe); a questo punto un secondo ospite intermedio si rende necessario affinché la ninfa si trasformi in un adulto sessuato, che si metterà alla ricerca di un nuovo ospite, un cane sia per la zecca selvatica che per quella domestica. Durante il pasto di sangue che durerà circa 10 giorni la zecca si accoppierà e la femmina andrà in cerca di un luogo adatto alla deposizione delle uova e ricomincerà il ciclo.

La zecca si contamina durante un pasto su un cane infetto: le babesie, così assorbite, di installano nel tessuto ovarico delle femmine infette, per ritrovarsi dunque nelle uova e moltiplicarsi per scissione binaria. I protozoi della babesia si ritrovano nella zecca adulta principalmente nelle ghiandole salivari e questa localizzazione favorisce l’ inoculazione della babesia nella pelle del cane.

I sintomi evidenti della malattia  sono rappresentati da anemia, spossatezza, febbre, urine color caffè, mucose gialle prima di diventare color “bianco porcellana”, turbe della vista. A questa sintomatologia si associano a volte delle difficoltà di coagulazione, che danno luogo a presenza di petecchie sulla cute, insufficienze renali acute e turbe neurologiche.

Nel caso in cui trovaste una zecca sulla pelle del vostro cane è molto importante rimuoverla correttamente, cioè avendo cura di asportare il “pungiglione” e tenere sotto controllo l’ animale per diversi giorni.

La diagnosi della malattia si fonda sul reperimento e la evidenziazione al microscopio del parassita presente sia sui tessuti del cane che nel sangue.

Una volta effettuata la diagnosi, il trattamento mira da un lato a combattere il parassita e dall’ altro a correggere i disordini e le complicazioni dovuti alla infezione.

La terapia consiste nella somministrazione di Imidocarb dipropionato tramite iniezione intramuscolare due volte a distanza di due settimane. Il farmaco è ben tollerato e, nella Babesiosi acuta, la risposta al trattamento è immediata. Gli effetti collaterali possono includere vomito, salivazione, tremori muscolari ed irrequietezza.

Nei casi di grave anemia può essere necessario affiancare a tale terapia una trasfusione ematica, mentre nei casi di insufficienza renale acuta è indispensabile intervenire con appropriata terapia per ripristinare la funzionalità renale.

Come spessissimo mi ritrovo a scrivere la miglior cura è la prevenzione, in questo caso neanche tanto dispendiosa o difficile. E’ sufficiente proteggere il cane con prodotti antiparassitari spray, spot on, collari, se ne trovano di diversi tipi oramai in commercio.

La terapia preventiva contro la Babesia può essere presa in considerazione quando l’animale deve essere portato in un’area endemica: in questo caso la somministrazione di Imidocarb dipropionato può prevenire l’insorgenza della malattia clinica per 4-6 settimane, consentendo la formazione di un certo grado di immunità nei cani esposti.

I cani infetti o portatori sani di Babesia non possono essere donatori di sangue poiché l’ infezione verrebbe trasmessa tramite trasfusione.

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