Il microchip, non solo un obbligo di legge!

microchip riconoscimento cane gatto

Oltre ad essere un obbligo di legge, per il quale è prevista una multa in caso di non rispetto, il microchip è in realtà uno strumento necessario e molto utile per cani e gatti perché ne consente la loro identificazione e quella del proprietario.

In effetti, può essere considerato una vera e propria investitura ufficiale di appartenenza ad una determinata famiglia.

La normativa in vigore prevede l’ applicazione del microchip e l’ iscrizione all’ Anagrafe Canina Regionale entro 60 giorni dalla nascita del cucciolo, o comunque entro tale termine dalla adozione del cane.

Il microchip può essere impiantato, oltre che su cani e gatti, anche su furetti e conigli.

Nel caso in cui acquistiate il vostro cucciolo, sarebbe opportuno assicurarvi che il venditore abbia già provveduto all’ applicazione del microchip ed alla regolare iscrizione all’ Anagrafe Canina.

Se invece avete adottato un cane o un gatto che ne è sprovvisto è possibile recarsi dal proprio veterinario di fiducia muniti dell’ attestazione di pagamento del bollettino postale, intestato alla Asl di appartenenza, della cifra di 8 Euro, di un documento di riconoscimento e del codice fiscale.

Alcune strutture veterinarie si occupano anche del pagamento del bollettino dietro modesto compenso per il servizio offerto.

L’ applicazione del microchip è veramente semplice e consiste in una iniezione sottocutanea, praticata per convenzione all’ altezza della spalla sinistra, tramite la quale si inserisce un piccolo dispositivo della lunghezza di 11 mm per 2 mm di larghezza.

A fronte di tanta semplicità è possibile trarre molteplici vantaggi dal microchip, che, infatti, consente una immediata identificazione dell’ animale e del suo padrone in caso di smarrimento o fuga spontanea.

Inoltre questo metodo identificativo rappresenta di sicuro un forte deterrente ai furti, in quanto un cane che ne è provvisto è difficilmente rivendibile.

A differenza del vecchio tatuaggio, che veniva praticato sulla coscia dell’ animale allo stesso scopo, il microchip non perde, con il passare del tempo, la sua leggibilità e diversamente dalla medaglietta di riconoscimento non può essere perduto.

Io mi spingerei oltre, proponendo ai costruttori del microchip un sistema GPS in grado di rilevare la posizione dell’ animale, in caso di smarrimento o furto: in questo modo potremmo davvero passeggiare tranquilli, negli spazi appositamente adibiti, con il nostro cane libero di correre senza guinzaglio.

L’ unica cosa alla quale occorre porre particolare attenzione è quella di ricordarsi di comunicare alla Asl eventuali cambi di residenza o trasferimenti di proprietà, al fine di consentire l’ aggiornamento costante dei dati dell’ animale.



E’ tempo di Processionaria, meglio fare attenzione!

processionaria di pino

Nonostante le temperature ancora rigide pur essendo nel mese di Marzo, oggi, mentre passeggiavo in Pineta con i miei cani, mi sono imbattuta in un incontro non molto piacevole: una processionaria.

Forse non tutti la conoscono, in genere se ne sente parlare per la prima volta dal medico veterinario quando ormai il cane ne ha già subito i danni.

Esistono in Italia due tipi di processionaria, quella del pino e quella della quercia.

La prima è un insetto dell’ ordine dei lepidotteri, che deve il suo nome alla particolare abitudine di procedere sul suolo in fila indiana, come una lunga processione, appunto. Si tratta di uno degli insetti più distruttivi per le foreste, in grado di spogliare vastissimi tratti di pinete durante il suo ciclo vitale.

L’ attività di questi temibili insetti inizia nei primi giorni della primavera e verso la fine di maggio si dirigono in un luogo destinato alla tessitura del bozzolo nel quale trascorreranno i mesi estivi.

La loro vita è molto breve, all’ incirca di due giorni, ma in quei due giorni possono veramente rivelarsi devastanti.

E’ possibile vedere i singoli elementi della processionaria, lunghi circa tre o quattro centimetri ciascuno, camminare nelle pinete così all’ unisono da poter apparire, all’ occhio distratto, un serpente sottile ricoperto di peli altamente urticanti, suscitando in tal modo la curiosità del nostro amico a quattro zampe che inevitabilmente non si farà mancare l’ occasione di metterci il muso dentro per annusare.

Niente di più pericoloso! Le conseguenze possono davvero essere gravi.

Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca, con un evidente rigonfiamento della lingua che a volte può assumere anche un colore bluastro.

Con il passare del tempo questo gonfiore, che tende ad aumentare, provoca una occlusione delle vie aeree, con conseguenti difficoltà respiratorie.

I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.

Quando i sintomi non sono così evidenti da farvi correre immediatamente dal veterinario è possibile osservare nel cane perdita di vivacità, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea, anche emorragica.

Nel caso in cui si abbia assistito all’ ingestione o al contatto del cane con la processionaria occorre immediatamente sciacquare la bocca con acqua e bicarbonato, servendosi eventualmente di una siringa priva di ago, e, dopo questo intervento di primo soccorso, accompagnare l’ animale d’ urgenza dal veterinario che all’ occasione somministrerà una iniezione di cortisone.

Nel caso in cui si abbia solamente il sospetto che si tratti di un potenziale contatto con questi insetti, sarebbe opportuno ricercare la causa dei sintomi sul terreno dove il cane è transitato e, se si dovesse trattare effettivamente di una processionaria procedere come descritto precedentemente, altrimenti andare direttamente dal veterinario con urgenza.

Purtroppo se si frequentano abitualmente delle Pinete, è impossibile evitare di fare questi spiacevoli incontri, però essere a conoscenza dei  rischi è già un grosso passo avanti.

E’ possibile prevenire tali  inconvenienti perlustrando preventivamente il luogo prima di sciogliere il cane e cercare di non farlo allontanare troppo da voi in modo da evitare l’ eventuale contatto con la processionaria, pronunciando un secco “no!“: con i miei cani funziona sempre e, comunque, nei periodi più affollati di questi terribili insetti evito di slegarli, così risolvo il problema alla radice.

Come somministrare una medicina al vostro gatto.

somministrare farmaci gattoIl gatto è un animale molto indipendente, riservato e, a volte, anche testardo ed è per questo che, spesso, quando si ammala, per il proprietario diventa quasi una guerra cercare di curarlo somministrandogli dei farmaci.

Per prima cosa quando si affronta un micio occorre essere molto tranquilli e decisi, per non innervosirlo, mantenendo comunque il punto affinché lui possa capire che in un modo o nell’ altro dovrà arrendersi alla terapia.

Mai desistere perchè ciò rappresenterebbe un precedente per il gatto, che si convincerà del fatto che può sottomettervi.

L’ ideale sarebbe sistemare l’animale su di un tavolo, lontano da qualsiasi appiglio, e farsi aiutare da una persona tranquilla.

Per eseguire una terapia nelle orecchie è necessario prima di tutto pulire accuratamente il padiglione auricolare con un batuffolino di cotone imbevuto di acqua tiepida. A questo punto è possibile instillare le gocce all’ interno del condotto uditivo tenendo ben ferma la testa del gatto, per evitare che faccia uscire subito il liquido, scuotendola.

Una volta immobilizzata la testa, tirare indietro il lobo e versare il prodotto senza penetrare troppo in profondità con il beccuccio. Per far assorbire bene la soluzione è utile massaggiare l’ orecchio alla base.

Per somministrare uno sciroppo si può usare una siringa senza ago o un contagocce. Sempre tenendo ben salda la testa del gatto, si inserisce il beccuccio della siringa al lato della bocca nello spazio tra i denti canini ed i premolari e si spruzza lentamente il contenuto, lasciando al micio il tempo di ingoiare.

Nel caso in cui doveste dare una pasticca al vostro amico a quattro zampe la cosa si complica un pochino. Prima di tutto è consigliabile provare ad ingannarlo inserendo la pillola all’ interno di un bocconcino a base del suo alimento preferito, ma difficilmente il furbo felino si farà confondere: tentar non nuoce!

In alternativa occorrerà passare al piano B: mettere l’ indice ed il pollice ai lati della sua bocca per aprila esercitando una lieve pressione. Con il medio dell’ altra mano, tenendo la pastiglia tra indice e pollice, abbassare la mascella spingendo sui denti incisivi. Introdurre la pastiglia al centro della lingua abbastanza in profondità e massaggiare la gola del gatto per favorire la deglutizione.

Dopo che vi sarete sporcati completamente le mani con la pasticca squagliata, sarà il caso di prendere un’ altra pasticca, polverizzarla e mischiarla con una crema appetibile tipo burro.

Per fortuna esistono nella realtà gatti che invece prendono tranquillamente i farmaci.

Per quanto riguarda pomate e colliri oculari, abbassare la palpebra inferiore del gatto, applicare la pomata o il collirio e tenere chiuso l’ occhio per qualche istante per far assorbire un po’ il farmaco.

E’ abbastanza raro che un Veterinario prescriva come terapia a domicilio delle iniezioni, soprattutto nel caso di gatti, perchè è risaputo che si tratta di una impresa ardua per un proprietario.

Però nel qual caso dovesse servire è necessaio agire in tal modo: alzare con la mano sinistra (o destra se siete mancini) la collottola del gatto come se doveste dargli un pizzico, nel farlo occorre avere la cura di porre il gomito del braccio sinistro sulla testa del micio per immobilizzarlo, infilare l’ ago nella plica di pelle sollevata e iniettare il farmaco.

E’ bene ricordare che, nella maggior parte dei casi, non si tratta di una pratica dolorosa, tutto al più un po’ fastidiosa, quindi non spaventatevi se il gatto piange o miagola eccessivamente.

Se proprio non vi sentite in grado di effettuare alcuna terapia al vostro amico peloso è sempre possibile affidarsi ad esperti Assistenti Veterinari che a volte praticano terapie a domicilio.


GATTI

Voci precedenti più vecchie




Offerte Speciali
Iscriviti

Ricevi al tuo indirizzo email tutti i nuovi post del sito.

Unisciti agli altri 25 follower

Con tecnologia WordPress.com
%d bloggers like this: