Cane e uomo: antropomorfismo e zoomorfismo.

Spesso capita, parlando con proprietari di cani di qualsiasi razza e non, di sentire la frase “gli manca solo la parola“.

In effetti il cane si serve di diversi mezzi di comunicazione per stabilire dei contatti con noi esseri umani.

Se è vero che, con il tempo, a forza di vivere accanto all’ uomo, il cane ha finito per “imitare” alcune delle sue espressioni, bisogna riconoscere che è vero anche il contrario.

Quando si parla di comunicazione tra i cani e i loro proprietari l’ opinione pubblica si divide in due schieramenti: da un lato coloro che ritengono che il cane capisca tutto esattamente alla stessa stregua di un altro essere umano, e dall’ altro lato coloro che affermano che esso non sia in grado di comprendere assolutamente nulla.

Neanche a dirlo, entrambe le versioni sono eccessive, sia per un verso che per l’ altro.

Fido infatti non possiede un linguaggio così come noi lo intendiamo, e non capisce esattamente il significato delle nostre parole.

Però, di sicuro, il nostro fedele amico è perfettamente in grado di associare le nostre parole ad alcune delle nostre o sue azioni e, soprattutto, riesce, senza ombra di dubbio, a comprendere il tono con cui noi gli parliamo, cosa che rappresenta uno degli aspetti fondamentali dell’ educazione del cucciolo.

A seguito del consolidamento, negli ultimi decenni, del rapporto tra cane e uomo, si sono inevitabilmente venute a creare delle situazioni che gli esperti definiscono come antropomorfismo e zoomorfismo.

Un esempio più evidente di quest’ ultimo può essere rappresentato dall’ invito al gioco rivolto al cane: il padrone si china ritmicamente, batte sulle ginocchia e sul suolo con il palmo delle mani e oscilla spostando il peso del corpo ora su un piede ora sull’ altro. Questi atteggiamenti corrispondono ad una postura molto vicina a quella assunta dal cane (zoomorfismo).

Dal canto suo, il cane tende ad imitare i bambini con i quali vive (antropomorfismo). Apprende, per esempio, ad iniziare un gioco mettendo le zampette anteriori davanti al muso ed inclinando la testa, esagerando questa postura per ottenere un gioco o del cibo, fino ad inclinare del tutto la testa sulla spalla esattamente come farebbe un bambino.

La relazione uomo-cane evidenzia numerosi comportamenti di questo tipo , che tendono a rinforzare la qualità dei legami tra l’ animale e il suo padrone.

L’ etologo ed esperto di psicologia Heini Hediger definì “tendenza all’ assimilazione” il particolare comportamento dell’ uomo e del cane a modellare reciprocamente i propri atteggiamenti.

Questo avviene non solamente nelle posture assunte da entrambe le specie, ma anche per quanto riguarda le mimiche facciali relativamente ad alcuni stati emotivi.

Ne è un esempio molto evidente quello del cane che esprime la propria aggressività tramite lo scoprimento dei canini, la proiezione della testa in avanti con allargamento delle spalle e la risalita degli angoli esterni delle palpebre. Tale mimica è riscontrabile, se ci si pensa, sia nel più arrabbiato dei cani che in un automobilista rimasto bloccato nel traffico.

Anche per questo motivo spesso siamo portati a pensare che i padroni assomiglino nell’ aspetto ai loro cani.



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